Nel giorno in cui Marco Minniti rinuncia a candidarsi e mentre Lega e M5S, nonostante i disastri che produce il governo che guidano, continuano a salire nei sondaggi, una parte del Pd viterbese ha festeggiato la vittoria di Bruno Astorre alla segreteria regionale. E’ avvenuto ieri sera alla Corte delle Terme, dove, davanti ad una platea composta di ex Ds e altri nostalgici di sinistra, si sono ritrovati il presidente della Regione Nicola Zingaretti, l’assessore alle politiche sociali Alessandra Troncarelli e il consigliere Enrico Panunzi. Oltre, ovviamente, al senatore Astorre. Date le premesse di cui sopra, bisogna dire che, purtroppo per loro, hanno scelto un giorno infausto per alzare i calici e addentare il panettone.
In effetti, uno si dovrebbe entusiasmare per ben altre cose, non certo per un partito che ogni giorno di più si trova sull’orlo del baratro. Vale poco festeggiare un candidato alla segreteria che ha vinto quando c’è un partito che – sarà pure andato forte alle primarie (ma grazie ai voti di gente che alle urne vere che non lo voterà mai) – appare destinato ad uscire con le ossa rotte dalle “secondarie”, cioè dalle elezioni di primavera per le comunali e le europee.
C’è soprattutto un problema che dovrebbe far tremate le vene ai polsi a Zingaretti: il ritiro, come detto, di Marco Minniti, un evento che apre la strada all’astensione del 40 per cento del partito e del 45/47 per cento dei suoi elettori. Senza considerare che, prima della debacle elettorale, se l’area moderata e riformatrice non parteciperà alla sfida, il congresso si risolverà solo in una battaglia a due tra Zingaretti e Martina. Un danno enorme per il Pd, dato che sicuramente né l’uno, né l’altro sarà in grado di trattenere il consenso di quegli elettori che guardavano a un soggetto innovatore, moderno e di vero centrosinistra. Elettori che non festeggeranno certo per il ritorno di D’Alema, Leu, Bersani e quant’altro.
E’ dunque opportuno che i “compagni”, al di là dei brindisi come quello di ieri sera, riflettano bene: per vincere le amministrative e le europee occorrono infatti un’unità vera e la capacità di scegliere le persone migliori da mettere in campo. Se ciò non avverrà, a livello nazionale come a livello locale, si potranno fare tutti i festeggiamenti che si vuole, ma sono festeggiamenti inutili. Non ha senso festeggiare l’esito delle primarie: i sorrisi di oggi saranno direttamente proporzionali ai pianti di domani. Bene, a chi ha vinto spetta allora il compito di evitare tutto ciò.