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Home » Politica » Avanza il cemento, Viterbo maglia nera per il consumo di suolo

Avanza il cemento, Viterbo maglia nera per il consumo di suolo

4 Dicembre 2018

Consumo del suolo, Viterbo maglia nera con un totale di 154 ettari nel 2017. Lo dice Legambiente Lazio.

Domani 5 dicembre sarà la Giornata mondiale del suolo e, per l’occasione, è stato presentato a Roma il progetto europeo Soil4Life di Legambiente i cui partner sono Ispra, Cia, Agricoltori italiani, Ccivis, Crea, Ersaf, Politecnico di Milano, comune di Roma, e Zelena Istria.

Nell’ambito dell’evento sono stati presentati i dati del consumo di suolo nel Lazio dove, nel 2017, risultano cementificati 315 ettari di territorio, pari a una superficie di circa 500 campi da calcio, a fronte peraltro di una diminuzione del numero di abitanti (-1.431): come se fosse nata una nuova città da 15mila abitanti, ma vuota.

A Roma sono 36 gli ettari consumati (-694 abitanti), nella Città metropolitana di Roma persi 102 ettari, nella provincia di Frosinone 13 Ha, Latina 20 Ha, Rieti 27 Ha e Viterbo, maglia nera 154 Ha consumati, secondo i dati del Rapporto consumo di suolo di Ispra.

“Avanza il consumo di suolo a Roma e nel Lazio, il tutto nonostante i mutamenti climatici ci facciano fare sempre più i conti con eventi meteorici estremi e rischio idrogeologico, – commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio -. Cementificare e impermeabilizzare il territorio è una follia ingiustificata, tenendo anche presente che diminuiscono i residenti e che ogni questione edificatoria, sia abitativa che non, può e deve essere risolta con la rigenerazione dell’enorme patrimonio di edilizia abbandonata”.

“Nella nostra regione – prosegue -, dove la quasi totalità dei comuni si trova in aree a rischio idrogeologico e dove gli eventi climatici estremi mettono a dura prova, sempre più di frequente, gli ambienti antropici, c’è bisogno di fermare ogni colata di cemento che consumi nuove superfici: bisogna invece scommettere e investire su parchi urbani in grado di aumentare la resilienza delle città, sulla cura delle aste fluviali e degli ambienti ripariali, sulla rinaturalizzazione delle superfici; è solo così che si gettano le basi per una politica di adattamento al clima che cambia”.

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