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Home » Politica » “Lago di Vico, una ferita su cui si può ancora intervenire”

“Lago di Vico, una ferita su cui si può ancora intervenire”

25 Novembre 2018
Antonella Litta dell’associazione Medici per l’ambiente

“Laudato si’ – Dialoghi sulle sfide ambientali del nostro tempo”: al convegno organizzato a Civita Castellana dal Biodistretto della Via Amerina e delle Forre, ha partecipato anche la dottoressa Antonella Litta dell’associazione Medici per l’ambiente.

“Ogni anno – ha detto la dottoressa Litta nel suo intervento – sono 12 milioni le persone che muoiono per cause legate all’ambiente: scarsità di acqua e cibo, malattie trasmesse dalle cattive condizioni dell’acqua, raggi ultravioletti (vedi il melanoma per il buco nell’ozono), qualità dell’aria, cibo contaminato da pesticidi. Tre milioni sono i bambini a cui viene tolto il diritto di diventare grandi. Si impedisce alla vita di venire alla vita: nei siti inquinati le donne hanno difficoltà a rimanere incinte, assistiamo a una crescita esponenziale di aborti spontanei e infertilità.

Nel progetto evoluzionistico o in quello di Dio non c’erano le sostanze che sono state immesse nell’ambiente. Una miriade di sostanze chimiche per le quali non abbiamo difesa

Pesticidi, metalli pesanti, arsenico passano tranquillamente attraverso la placenta e alterano lo sviluppo di un feto o di un embrione.

Parliamo dell’acqua. Noi abbiamo una grande risorsa come il lago di Vico, ma ci dimentichiamo che il lago è stato messo lì per dare soddisfazione al bisogno di bere della popolazione. Invece l’acqua viene usata per qualcosa che serve ad alimentare tutta una serie di attività che arrecano danno a quell’ecosistema, alle specie animali e vegetali, e rendono impossibile usufruire di quel bene che è un bene di tutti.

Questo è un territorio ferito e un territorio ferito genera persone che si ammalano.

In Italia ogni giorno ci sono mille persone che ricevono una diagnosi di cancro e 50 ogni giorno muoiono, con difficoltà fare esami veloci.

La prima prevenzione è occuparsi dell’ambiente.

Miriadi di studi hanno dimostrato come i primi a subire le conseguenze dell’uso dei pesticidi siano proprio gli agricoltori e i loro figli.  Abbiamo una serie di malattie molto gravi, da quelle del sangue ai tumori, fino ai disturbi della sfera neurocognitiva. La Francia riconosce per legge l’Alzheimer come malattia professionale degli agricoltori.

E allora dobbiamo dire che si possono guadagnare tutti i soldi del mondo ma se non si è in salute quei soldi non servono a niente.

Noi abbiamo una ferita aperta di cui ci dobbiamo occuparci che è quella del lago di Vico. Sono anni che due popolazioni, Caprarola e Ronciglione, sono escluse dalla possibilità di avere acqua nelle loro case.

La monocoltura è anche una monocultura. Se questa si realizza a discapito dell’acqua e del terreno, allora diventa anche una cultura dello sfruttamento delle risorse che non tiene in dovuto conto della salute delle persone e della salute del territorio, perché vanno insieme.

Il lago di Vico è una ferita su sui si può ancora intervenire, si può risanare l’acqua e allo steso tempo si possono mettere in sicurezza le popolazioni. Ma è fondamentalmente capire che l’acqua è stata fatta per la vita e per dare da bere alle persone, tutto il resto viene dopo ma molto dopo”.

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