Sul decreto sicurezza l’analisi di Ceccanti del Pd: “Come ho avuto modo di spiegare in aula, la legge di conversione del decreto-legge sicurezza viola anzitutto i parametri di necessità, urgenza e omogeneità. Basti vedere come si è gonfiata nel passaggio in Senato: da 40 a 74 articoli, da 101 a 185 commi. Per di più sono state inserite due deleghe legislative con scadenza 30 settembre 2019, cosa vietata per i decreti dalla legge 400 del 1988, divieto che è ritenuto applicabile anche alle leggi di conversione, come affermato anche dal Comitato per la legislazione. Non ha quindi molto senso che il deputato Iezzi della Lega faccia riferimento a un precedente del 1987 perché appunto il divieto è del 1988. Soprattutto, però, il decreto viola simultaneamente il diritto di asilo e quello alla sicurezza, presentati ideologicamente come contraddittori. Invece qui, soprattutto con la soppressione del permesso di soggiorno umanitario e col precludere gli Sprar ai richiedenti asilo e ai titolari di quel permesso, si colpisce il diritto di asilo e, spingendo le persone verso la clandestinità, si mette in pericolo anche la sicurezza. Mentre la Costituzione impone di perseguire un ordine giusto, questa legge crea un disordine ingiusto. Può prevalere alle Camere con la forza dei numeri, ma non reggerà davanti alla Corte costituzionale”.

