L’oscuramento di questo sito di informazione nei computer della Asl sta diventando imbarazzante. Per la direzione generale, s’intende, la quale infatti non sembra per nulla intenzionata a ripristinare la legalità. Ma anche la Regione Lazio e i suoi rappresentanti sul territorio, che tanto ascolto hanno all’interno delle “segrete” stanze della Cittadella, non ci fanno una bella figura. Diremmo, anzi, che la notizia di ciò che sta accadendo merita di andare fuori Viterbo. Di essere conosciuta oltre i confini della Tuscia. Merita in particolare di diventare esempio, da manuale, dei nuovi metodi di censura che certo ceto politico sta facendo propri in barba alle conquiste democratiche del nostro Paese.
Si tratta di un fatto gravissimo non tanto per noi, né per i dipendenti dell’azienda, che comunque possono sempre consultarci da casa o sul telefonino, quanto perché palesa un modo di fare per nulla rassicurante: libertà di parola solo a chi la pensa come il “manovratore”, tutti gli altri zitti. Ciò non è garanzia di trasparenza e se si arriva a tanto su una questione tutto sommato semplice, quale può essere la critica che viene esercitata tramite un giornale on line, che ci dovremmo aspettare su roba ben più seria? Roba, per esempio, che potrebbe avere a che fare con la qualità dei servizi, con la loro erogazione al cittadino, col grado di soddisfazione del cittadino medesimo e con la gestione del personale?
Quando si arriva a nascondere le voci dissenzienti ci si può aspettare di tutto. Ecco, quello che sta succedendo alla Asl costituisce un indizio per nulla secondario di una gestione accentratrice che sbatte fuori dalla porta chi non si allinea. Una gestione che usa metodi d’altri tempi che pensavamo non esistessero più in questo Paese. Una gestione che vuole farsi dire che va tutto bene e che non ammette che qualcuno possa pensarla diversamente. Vigileremo e approfondiremo tutti gli aspetti di questa situazione e su di essa ci prepariamo a combattere una battaglia di principio, nella consapevolezza che su certi principi non si scherza.