Lo sapevate che la Asl paga un avvocato esterno per fargli fare il responsabile della protezione dei dati personali? Un professionista di Roma che vigila sul rispetto della privacy dei pazienti? Già, è proprio così: la nostra azienda sanitaria si è dotata della suddetta figura, prevista per legge, all’inizio di quest’anno e gli corrisponde la “modica” cifra di 50mila euro per 12 mesi.
Una cosa giustissima, penserete, almeno ognuno d’ora in avanti può stare tranquillo: non vedrà spiattellare ai quattro venti notizie che riguardano il suo stato di salute. Peccato però che, nonostante ciò, in occasione di alcune determine i nomi dei pazienti compaiano scritti nero su bianco. E’ il caso di una pubblicata a marzo a corredo della quale sono stati inseriti alcuni documenti con nome e cognome della persona affetta da una determinata malattia per la quale la sanità pubblica richiedeva un’offerta ad ditta specializzata per l’acquisto di uno specifico macchinario (un ventilatore polmonare).
Incredibile, vero? Si, ma è così. Da una parte paghiamo con i soldi pubblici, cioè di tutti noi, una persona che dovrebbe vigilare sulla nostra privacy e dall’altro i dirigenti che fanno le delibere danno in pasto a tutti i nomi, i cognomi e le malattie di determinati pazienti. Della serie: alla Cittadella la mano destra non sa quello che fa la sinistra.