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Home » Politica » Mentre Nocchi per paura tira il freno a mano, al Parco di Veio arriva un presidente un ex Pdl

Mentre Nocchi per paura tira il freno a mano, al Parco di Veio arriva un presidente un ex Pdl

3 Novembre 2018

A comprovare la corrispondenza di amorosi sensi tra Zingaretti e la destra è la nomina di Gianni Giacomini, ex presidente del XV Municipio durante l’amministrazione Alemanno, a presidente del Parco di Veio. Giacomini è un ex Pdl e la scelta ricaduta sul suo nome sta facendo infuriare molti rappresentanti dem in tutto il Lazio.

“Questa nomina – dice il consigliere regionale del Pd Emiliano Minnucci – oltre ad essere molto discutibile, lascia piuttosto perplessi”. “Da Riano a Campagnano, passando per Castelnuovo, Formello e Cesano – aggiunge – le perplessità che militanti e amministratori Pd del territorio a nord della Capitale stanno palesando in queste ore non sono campate per aria, anzi. Stiamo parlando di uno dei parchi regionali più importanti del Lazio, l’unico a ricadere nel territorio di Roma e contemporaneamente in quello della sua area metropolitana, da oggi nella mani di un forzista di antica data come Giacomini, ex presidente Pdl del Municipio XV durante l’amministrazione Alemanno dal 2008 al 2013. Aprire spazi di governo a forze moderate non è una bestemmia – conclude Minnucci – ma non può essere neanche il cavallo di Troia per operazioni di restaurazione”.

Ma il problema è anche un altro. Gli “zingarettiani” – basti vedere Viterbo – le aperture ai moderati quando le fanno gli altri le criticano, salvo, come si vede, riservare per se stessi margini di manovra anche più ampi. Esempio: se i Moderati e riformisti non vanno bene a Viterbo (così ci hanno raccontato finora), perché vanno bene a Roma? Se a Viterbo, Panunzi & C. gridano allo scandalo ogni volta che sentono parlare di questo movimento, con quale faccia non dicono nulla (anzi se ne compiacciono) di operazioni simili in altri parti della regione?

Pensate: in Provincia il presidente Nocchi non procede alla nomina di un moderato e riformista a vice presidente (quand’anche i Moderati e riformisti si siano rivelati determinanti per fargli vincere le elezioni) proprio per non turbare la sensibilità degli ex Ds, e intanto quegli stessi ex Ds nominano Minnucci al Parco di Veio. La verità è che Zingaretti e gli ex Ds vogliono che tutto passi tramite loro, confermando in ciò quell’atteggiamento tipico degli ex comunisti che ci rimanda con la memoria ad altri periodi della storia del nostro Paese. Nocchi dal canto suo tiene il gioco, finendo per somigliare, politicamente parlando, al mitico don Abbondio di manzoniana memoria.

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