Definirle un boomerang è poco. Le dichiarazioni di Astorre su Casapound stanno infangando l’immagine di tutto il Pd. Come si ricorderà, durante un’iniziativa politica a Viterbo, il candidato di Zingaretti alla segreteria regionale del partito aveva affermato provocatoriamente che il Pd avrebbe dovuto prendere esempio da Casapound per la sua capacità di stare sul territorio. Astorre aveva poi chiarito il suo pensiero, definendo Casapound “un’organizzazione nazi-fascista, che andrebbe chiusa e messa al bando”. Adesso sulla questione prende posizione su Facebook la stessa CpI Viterbo, che minaccia querele.
“Prendiamo spunto dalla ridicola rettifica del candidato alla segreteria regionale del Pd Bruno Astorre per preannunciare che tuteleremo il buon nome di CasaPound Italia nelle sedi opportune”.
“E’ sembrato quanto mai fuori luogo, e non solo a noi – afferma oggi CpI Viterbo – sviare l’attenzione dal cuore del problema cercando di risvegliare infantili pulsioni antifasciste dopo aver lodato a chiarissime lettere la coerenza dei nostri militanti. Mentre il signor Astorre costruiva la sua carriera nelle stanze del potere, aspergendo a piene mani la miseria umana ed economica insita nelle scellerate politiche immigrazioniste del Pd, noi eravamo tra gli italiani ogni giorno. Mentre in lauti banchetti discettava di sterili sofismi noi distribuivamo l’essenziale per vivere a migliaia di famiglie italiane ridotte sul lastrico da un partito in preda a continui raptus autorazzisti. Chiediamo inoltre ad Astorre quale sarebbe quel misterioso business su cui starebbe indagando la magistratura, nientemeno che semplici attività commerciali gestite alla luce del sole da nostri militanti di cui nessuno tra noi ne fa segreto. Certi giornali e politici di sinistra vorrebbero per caso vietare ai militanti di CasaPound di lavorare? Reputiamo pertanto doveroso respingere con ogni mezzo il disprezzo traspirante da quelle deliranti dichiarazioni, dove e’ plasticamente rappresentato quell’odio che
ci viene addebitato in ogni occasione possibile”.