“Sono fascisti, è vero, ma tante volte dovremmo imitare Casapound per il loro modo di stare in mezzo alla gente”. Sono le parole di Bruno Astorre, candidato alla segreteria regionale del Partito democratico del Lazio alle primarie del 25 novembre, pronunciate a Viterbo alla Corte dei Papi nel corso di una cena con compagni e sostenitori. “Come diceva Ugo Sposetti – ha proseguito il senatore – i diritti civili sono roba da Parioli, non del popolo. E non aveva tutti i torti. La gente ha anche bisogno di sicurezza. Un tema che non possiamo lasciare solo alla Lega di Matteo Salvini. La sicurezza in casa propria e per strada è un problema che le persone sentono. In politica, sicurezza e lavoro devono essere gli argomenti principali. Trump negli Stati Uniti c’ha vinto le elezioni”.
La dichiarazione ha ovviamente sollevato un vespaio di polemiche, tanto che lo stesso si è poi precipitato a chiarire che si sarebbe trattato di una provocazione. Ma ormai la frittata è fatta.
Assurdo ascoltare parole di questo tipo da un esponente di centrosinistra. Ed è ancora più assurdo che le abbia dette davanti a tanti esponenti di associazioni antifasciste. La verità, al di là delle tardive scuse poi dichiarate in seguito al polverone, è che il senatore candidato alla segreteria regionale da Zingaretti uscendosene così proprio a Viterbo ha dimostrato di volersi accattivare le simpatie della destra, nella speranza di prendere qualche voto in più, visto che alle primarie votano tutti. Come già accaduto in passato, evidentemente la sinistra viterbese sui voti della destra non ci sputa, li va anzi a cercare. Incredibile, ma è così. Questa è ormai la politica nella città dei papi. Per il potere si barattano anche i valori. Ci si chiede solo dove stanno tutte quelle associazioni che, anche presenti agli incontri del senatore, da sempre basano la loro forza sui valori più ortodossi della sinistra. Valori di cui la nuova sinistra si cura sempre meno.