Sarà interessante, oggi, osservare cosa accadrà in sede di votazioni per i delegati del Pd al congresso regionale. Sarà molto interessante soprattutto verificare chi si recherà alle urne, chi saranno gli iscritti che non mancheranno di esprimere la loro vicinanza a Bruno Astorre, l’uomo di Zingaretti e, qui a Viterbo, di Enrico Panunzi. Questo giornale ci sarà, visto che si tratta di operazioni pubbliche, guarderà e riferirà.
Cercherà di capire soprattutto possibili relazioni tra taluni flussi di aventi diritti al voto e la loro eventuale relazione con vicende della Asl e dell’Ater. Sia chiaro, non vogliamo dire con ciò che ai dipendenti della sanità pubblica e a quelli delle case popolari non debba essere consentito di esercitare il diritto di voto all’interno della dinamica democratica di un partito. Ci mancherebbe. Epperò, se questo avvenisse in un contesto di promozioni e incarichi attributi o da attribuire, o magari anche di penalizzazioni per chi non segue l’onda, ci troveremmo di fronte ad una chiara contaminazione tra pubblico e privato, intendendo per privato l’ambito di militanza politica di qualsiasi iscritto.
Dunque oggi saremmo ai seggi, chiamiamoli così, guarderemo chi arriverà per votare e soprattutto andremo a scandagliare le logiche che regolano i rapporti tra i rappresentanti della Regione qui a Viterbo e gli iscritti che per lavoro prendono lo stipendio dalla Asl o dall’Ater. Segnaleremo, come diritto di cronaca e indagine giornalistica, le singolari coincidenze e le relazioni tra appartenenza politico-correntizia ed eventuali avanzamenti di carriera o retrocessioni. A noi spetterà solo segnare ad altri valutare se in tutto ciò si può ravvedere dell’altro.