
La corazzata del potere regionale ex Ds incarnato da Enrico Panunzi – nonostante l’artiglieria pesante e lo schieramento in forze degli iscritti che lavorano alla Asl e all’Ater, e come tali più “influenzabili” degli altri dal consigliere regionale e dai suoi compagni – nulla ha potuto neanche stavolta contro la tradizione moderata della città di Viterbo. Le elezioni per la scelta dei delegati al congresso regionale del Partito democratico hanno infatti visto prevalere nettamente nel capoluogo la lista che appoggia Claudio Mancini (area Renzi), che ha ottenuto il 65% dei voti. Bruno Astorre, portato da Zingaretti, si è fermato al 34. Una vittoria importantissima per la “corrente” di Mancini se si considera che ha affrontato questo appuntamento praticamente senza alcuna forza contrattuale, intendendo con ciò tutto quello che deriva dalla gestione diretta del potere.
“Il Partito democratico della città di Viterbo – commenta la capogruppo del Pd in Comune, Luisa Ciambella – dimostra la sua tensione democratica con una insperata partecipazione al voto dei suoi iscritti nei 4 circoli della città. Si è tenuto un confronto sui candidati alla segreteria regionale ed un confronto significativo principalmente su due linee alternative. Il Pd di Viterbo ancora una volta ha dimostrato con i suoi iscritti di saper votare liberamente e con autonomia di giudizio. Nonostante da più parti si sia tentata per mesi una campagna di delegittimazione del gruppo dirigente di Viterbo città, gli iscritti hanno ribadito con forza il loro sostegno che, come capita in democrazia, si legge e si commenta nei numeri. Il candidato Claudio Mancini ottiene il 65%, il candidato Astorre il 34%, Alemanni circa l’1 %. Questi dati mettono fine a sterili polemiche che ci auguriamo questo voto possa definitivamente spazzare via. Oggi la nostra base ci chiede unità e impegno comune che anche a Viterbo città possiamo e dobbiamo costruire finalmente nel reciproco rispetto e riconoscimento dei ruoli che la consultazione democratica ci ha affidato”.