Cosa hanno fatto di male gli automobilisti viterbesi al governo Conte? La domanda sorge spontanea a vedere gli effetti che provocherebbe la proposta di modifica al regime delle tariffe assicurative lanciata in questi giorni dal vicepremier Luigi Di Maio: i guidatori della Tuscia vedrebbero aumentare del 20% l’attuale costo della propria polizza. Un salasso se ci aggiungiamo le altre spese come bollo, revisione, prezzi della benzina e delle autostrade che continuano a salire anno dopo anno. Si tratterebbe, inoltre, di uno dei rincari più alti a livello nazionale.
La polemica, come noto, riguarda l’introduzione della cosiddetta “tariffa unica” o “equa tariffa”. Un nuovo regime che non considera più la provincia di provenienza. E con il quale si avrà “un notevole e ingiustificato sgravio per il sud – fa notare il senatore di Forza Italia Francesco Battistoni – soprattutto nella provincia d’origine del vice premier Di Maio e un rincaro per il nord”.
A Napoli, secondo i primi calcoli, la Rc auto potrebbe scendere di più del 65%, mentre a Trento e Bolzano (dove peraltro si vota domenica prossima) salirebbero rispettivamente del 25 e del 40%. A Milano e Torino invece potrebbero scendere del 5%. A Viterbo, invece, come detto, l’aumento sarebbe del 20 per cento.
“Sparisce così – continua Battistoni – il concetto di virtuosità legato alle statistiche sui diversi territori della tariffa. In sintesi, secondo la trovata del vicepremier le realtà dove si sono verificati il maggior numero di incidenti e di truffe assicurative, saranno sollevati dal pagamento che le compagnie assicurative calcolano, a discapito delle province più virtuose. Anche Viterbo, ad esempio, subirà un aumento di circa il 20%. Io credo che sia un ulteriore segnale diseducativo che questo Governo vuole mandare, cercando di livellare senza discriminazione o, peggio, secondo le convenienze elettorali di qualcuno”.