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Home » Politica » Lavoratori da stabilizzare: qualcosa non torna

Lavoratori da stabilizzare: qualcosa non torna

20 Ottobre 2018

Posti di lavoro alla Asl sempre più nell’occhio del ciclone. Sia che si tratti di assunzioni a tempo determinato che – ed è il caso che ci apprestiamo ad illustrare – di stabilizzazioni, si rilevano troppo spesso, nelle procedure amministrative predisposte dagli uffici e firmate dalla direzione generale, delle “singolarità” che lasciano spazio a dubbi ed interrogativi sui quali, per trasparenza, sarebbe quantomeno necessario effettuare una vera e propria operazione verità.

Ma veniamo ai fatti. Dopo il bando per comunicatore, stranamente pubblicato sotto Ferragosto e solo per pochissimi giorni, oggi salgono alla ribalta della cronaca due delibere –  la 1835 e la 1836 del 18 ottobre – con le quali l’azienda sanitaria ha reso noto l’elenco del personale precario giudicato in possesso dei requisiti per accedere a formule di contrattualizzazione a tempo indeterminato in base all’articolo 20, comma 2 della legge regionale 75/2017. Due gli elenchi redatti: uno con l’indicazione delle qualifiche tecnico professionali accanto ai nomi e ai cognomi dei beneficiari della “sanatoria”, l’altro invece nudo e crudo, composto cioè solo di nomi e cognomi senza alcun cenno alla “specialità” dell’incarico ricoperto o da ricoprire.

La domanda nasce spontanea: da cosa deriva questa diversità di “trattamento”? Nei corridoi della Cittadella le voci si rincorrono e circolano i più svariati teoremi. Ad esempio, si scopre che nel secondo elenco (quello sprovvisto di qualifica) comparirebbe un nominativo a cui non sarebbe possibile attribuire alcuna specifica tecnico-professionale in quanto carente di titolo di studio adeguato, come peraltro dimostra il fatto che finora la persona in oggetto è stata  sempre impiegata in mansioni amministrative a fronte di una laurea semi umanistica. Allo stesso modo, nel medesimo elenco figurerebbe anche il nominativo di un’altra persona che da tempo non lavora più alla Asl. Il bello è che tutte e due sarebbero politicamente legate, secondo i bene informati, a noti personaggi gravitanti nell’orbita del cosiddetto partito della Regione Lazio (sinistra Pd).

A chi di dovere il compito di fare luce sul mistero o alla Asl quello di chiarire pubblicamente il metodo con cui sono stati calcolati ed applicati i requisiti per la stabilizzazione.

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