Molto urbana e poco propensa a sporcarsi le mani in campagna Claudia Nunzi. Delle tre deleghe ricevute dopo le elezioni, l’agricoltura sembra quella che meno ispira l’assessora, forse perché a differenza della sicurezza l’argomento riscuote meno interesse nell’opinione pubblica viterbese. Sul termalismo invece sospendiamo ogni giudizio: è sempre più chiaro che, nonostante le smentite, a dettare la linea sia ormai il senatore Fusco. Soprattutto dopo la figuraccia incassata dal Comune con la lettera di doglianze del prefetto sulle condizioni in cui versa il Bullicame.
Cinghiali e lupi che causano danni alle imprese, la questione dei fitofarmaci (perché anche il Comune di Viterbo non si dota di un regolamento contro pesticidi e diserbanti?), lo sfruttamento del lavoro segnalato dal sindacato e da recenti inchieste giornalistiche: in tre mesi la Nunzi non si è mai espressa su niente che riguardi l’agricoltura. Nemmeno per dire di aver preso contatti con le associazioni di categoria, l’abbiccì. Per dire, non si è vista neanche a Roma al Villaggio Coldiretti ad accompagnare il sindaco.
In compenso la Nunzi ha fatto sapere che ha in mente un progetto per promuovere il “Made in Viterbo”. Ben venga, ma sul fronte fanno già molto e da tempo Camera di commercio e associazioni. L’assessora, inoltre, occupandosi nella vita privata proprio di marketing, potrebbe trovarsi di fronte a un conflitto di interessi. Una situazione che, per esempio, nel caso del collega De Carolis si è risolta subito con una scelta netta tra gli impegni privati e quelli pubblici.