La dubbia selezione indetta per reclutare l’addetto stampa ufficiale della Asl (categoria D), bloccata due settimane fa, proseguirà il 22 di questo mese alle 15, data e orario scelti dalla commissione esaminatrice per interrogare l’unico candidato ammesso all’orale, il quale, come si ricorderà, è la stessa persona che già ricopre il medesimo incarico, ma da una categoria diversa (C).
Riassunto delle puntate precedenti: la Asl rende noto l’avviso di selezione la settimana di Ferragosto (quando notoriamente la gente non è per niente distratta), lo pubblica soltanto per pochi giorni e dispone che possano rispondere solo i dipendenti dell’azienda, dunque nessuna possibilità per chi fa il giornalista ma non lavora già alla Asl. Dati questi presupposti, il sospetto che si tratti di un bando cucito su misura si fa subito spazio, ma in particolare desta stupore la circostanza che non è stato fatto un concorso vero e proprio (aperto anche agli esterni) nonostante il contratto degli enti locali vieti espressamente la possibilità per gli interni di partecipare a concorsi riservati che prevedano nel nuovo incarico il passaggio da una categoria all’altra, nella fattispecie dalla C (quella in cui è inquadrato l’attuale comunicatore aziendale) alla D (quella cioè in cui il medesimo verrebbe collocato se vincesse).
Misteri su misteri. A cui si aggiunge la sospensione del colloquio per due settimane e adesso la riconvocazione del candidato da parte della commissione, all’interno della quale non si ha peraltro notizia della presenza di un giornalista professionista. Che è cambiato dunque rispetto a 15 giorni fa? E’ stato forse preso qualche parere legale che ha legittimato l’atto dirigenziale con cui è stata bandita la selezione? Ci si è premuniti rispetto alla possibilità di ricorsi ed esposti?
Una cosa è chiara: il contratto di lavoro del comparto sanità, al di là degli eventuali pareri legali, non lascia spazio a dubbi: alle selezioni riservate ad interni possono partecipare solo i dipendenti della stessa categoria di quella del posto da attribuire. Requisito che in questo caso non si ravvisa. Perché, insomma, non è stata bandita una selezione aperta anche agli esterni? Di fronte a tutto ciò – con tanti pubblicisti a spasso a cui non viene data la possibilità di partecipare – il sospetto che si voglia indirizzare la selezione verso un risultato “scontato” è sempre più forte. C’è da ridire se, a posto affidato, si venisse a scoprire che il fortunato, oltre che dipendente Asl, è anche pubblico amministratore in un ente locale.