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Home » Italia » Niente mensa ai bimbi stranieri: tutto per il clima di odio fomentato da Salvini

Niente mensa ai bimbi stranieri: tutto per il clima di odio fomentato da Salvini

15 Ottobre 2018

Una marea di indignazioni da tutta Italia per la brutta storia con protagonisti i 200 bambini stranieri a cui il Comune di Lodi, a trazione leghista, impedisce di fatto, tramite balzelli burocratici, di usufruire della mensa scolastica perché i genitori non riescono a presentare agli uffici i documenti necessari alla riduzione della retta. La raccolta fondi avviata venerdì dal Coordinamento Uguali Doveri per coprire le differenze di prezzo ha avuto talmente successo (oltre 60.000 euro da 2.000 persone raccolti in poche ore) da cogliere di sorpresa lo stato maggiore del Carroccio, che stavolta non è riuscito a trovare il tema giusto per infiammare gli animi della tifoseria amica.

Per chi non ha seguito la vicenda, ricordiamo che a questi bambini la mensa è stata negata in quanto i genitori non hanno potuto fornire al Comune i documenti che attestano una situazione patrimoniale, nel Paese d’origine, che giustifichi le agevolazioni. Di fronte allo sdegno popolare, Salvini ha adesso annunciato via Facebook che a queste famiglie potrebbe bastare l’autocertificazione, il danno però intanto è stato fatto e moralmente è di una gravità inaudita, dunque il vice premier non può cavarsela con quattro parole e far finta di nulla. Salvini è infatti il mandante indiretto della decisione adottata dalla sindaca lodigiana: ne è convinto il direttore della Caritas della cittadina lombarda don Andrea Tenca, che ritiene quanto accaduto il frutto dei provvedimenti governativi e del clima che si è creato da quando c’è il governo gialloverde.

“Incontriamo – dice il sacerdote – tante famiglie che stanno vivendo grosse difficoltà nell’accesso ai servizi. Desideriamo il superamento di queste difficoltà. Le persone non capivano che documenti dovevano fare, chiedevano ai consolati dei loro Paesi di origine che rispondevano ‘non è possibile’, andavano in Comune e portavano alcuni documenti ma si sentivano rispondere che non bastavano. Come Caritas ci sta a cuore il rispetto della dignità di tutti nella condivisione di diritti e doveri ma anche nel sostegno ai più svantaggiati, specie in ambito scolastico”. “Da parte del Comune – aggiunge – non c’è stata una giustificazione. Si è trattato di una volontà chiaramente discriminatoria. Si è voluto apposta mettere in difficoltà gli stranieri, senza rendersi conto che la richiesta, oltre che impossibilitante, è anche non rispettosa del regolamento Isee all’interno del quale è già previsto che una persona scriva se ha dei possedimenti”.

Insomma, una burocrazia eccessiva, quella del Comune di Lodi, per produrre discriminazione. Salvini, che adesso per difendersi dalla sollevazione montata in poche abbassa i toni, lo dovrebbe sapere bene che è impossibile per la maggior parte dei rifugiati ottenere i documenti richiesti “dalla brava sindaca” (parole sue) di Lodi. Chi scappa dalla guerra civile in Siria certe carte non le può avere, questa è la verità. Non si può continuare ad essere ipocriti anche di fronte a queste cose.

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