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Home » Territorio » Crolla la produzione di olio di oliva. Si salva solo Tuscania

Crolla la produzione di olio di oliva. Si salva solo Tuscania

12 Ottobre 2018

Da Coldiretti Viterbo riceviamo e pubblichiamo.

Crolla del 38% quest’anno la produzione di olio di oliva Made in Italy che scende ad appena 265 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici. Ad eccezione della zona di Tuscania, dove le produzioni si sono mantenute costanti, anche nella Tuscia il calo si sente eccome, con cali produttivi in alcuni casi molto corposi.

A pesare sono stati il gelo invernale di Burian e i venti accompagnati dalla pioggia durante la fioritura, che hanno ridimensionato pesantemente i raccolti, anche se le previsioni classificano l’Italia come secondo produttore mondiale nel 2018/19. La Puglia si conferma essere la principale regione di produzione, con 87 milioni di chili, nonostante il calo del 58%, mentre al secondo posto si trova la Calabria, con 47 milioni di chili e una riduzione del 34% e sul gradino più basso del podio c’è la Sicilia dove il taglio è del 25%, per una produzione di 39 milioni di chili, mentre in Campania il raccolto è di 11,5 milioni di chili, in riduzione del 30%. Al centro diminuisce a 11,6 milioni di chili la produzione in Abruzzo (-20%) e a 14,9 milioni di chili nel Lazio (-20%) mentre aumenta a 17,8 milioni di chili in Toscana (+15%) come nel nord dove complessivamente – precisa Coldiretti –si registra un aumento del 30%.

Un andamento che  si riflette sulla produzione a livello mondiale dove si prevede un forte calo dell’8% dei raccolti per una previsione di poco più di 3 miliardi di chili. Ad influire è anche il crollo della produzione pure in Grecia con circa 240 milioni di chili (-31%) e in Tunisia dove non si dovrebbero superare i 120 milioni di chili (-57%) mentre in Portogallo è praticamente stabile a 130 milioni di chili. In controtendenza la Spagna che si conferma leader mondiale, dove si stimano circa 1,5-1,6 miliardi di chili con un aumento del 23%, oltre la metà della produzione mondiale.

A pesare in Italia e nella Tuscia è stata l’ondata di maltempo del 2018 con almeno 25 milioni di piante di ulivo danneggiate dalla Puglia all’Umbria, dall’Abruzzo sino al Lazio con danni fino al 60% in alcune zone particolarmente vocate e la richiesta di rifinanziamento del piano olivicolo nazionale (Pon) da parte dell’Unaprol. Un’esigenza per recuperare il deficit italiano con il piano che prevede di aumentare nei prossimi 4 anni la superficie coltivata da poco più di un milione di ettari a 1,8 milioni di ettari, anche con l’incremento delle aree irrigue con tecniche innovative di risparmio idrico. Si tratta di potenziare una filiera che coinvolge oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia e che può contare sul maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 dop e 4 igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo.

“Una necessità per rispondere alla crescita record dei consumi mondiali di olio d’oliva nel mondo che in una sola generazione hanno fatto un balzo di quasi il 49% negli ultimi 25 anni cambiando la dieta dei cittadini in molti Paesi, dal Giappone al Brasile, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna alla Germania, sulla scia del successo della dieta mediterranea dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco”, ha affermato il presidente della Coldiretti di Viterbo Mauro Pacifici, nel sottolineare che “a preoccupare sono ora i sistemi di etichettatura nutrizionale a semaforo come quella adottata in Gran Bretagna che promuove con il semaforo verde cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e boccia con il rosso elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva”.

Il direttore della Coldiretti di Viterbo Alberto Frau si rivolge, invece, ai consumatori: “Attenti al calo produttivo italiano e della Tuscia, poiché potrebbero girare nel commercio prodotti di dubbia provenienza e scarsa qualità; correte subito nei frantoi, nelle cooperative e dai privati che conoscete per accaparrarvi olio genuino, a chilometro zero e di ottima qualità; è proprio nei frantoi della zona che troverete il prodotto migliore e più sicuro, approfittatene!”.

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