Nuovo appuntamento, ieri pomeriggio, con la campagna elettorale di Nicola Zingaretti, che continua a mettere tutti insieme indistintamente ed appassionatamente con la speranza di raccattare voti per le primarie e preferenze per le europee.
Il presidente della Regione anche stavolta si è affidato, come al solito, a Massimiliano Smeriglio, il suo carro armato negli ambienti della sinistra extra Pd, nonché, a Viterbo, grande tessitore di trame trasversali più o meno oscure con personaggi più o meno “disinteressati”, tipo Filippo Rossi, che proprio da lui ha ricevuto in dote una lista di appoggio (fallimentare, ahimè) in occasione delle comunali scorse.
Per rendersi conto della marmellata (politica s’intende) che bolle nella pentola degli attuali “padroni” della Regione Lazio, basta dare un’occhiata ai nomi che hanno animato l’incontro che si è svolto alla Sala Gatti: di tutto e di più, dalla sinistra alla destra, dal passato al presente. E a maggior ragione non si comprende quale sia il gioco a cui gioca il presidente se si considera che, come si legge nel manifesto di presentazione, accanto a tanti personaggi estranei al Pd (ma perché la manifestazione non era del Pd), sono stati inseriti in veste ufficiale anche Panunzi, Stelliferi e Nocchi. Che c’entravano, servivano a far numero?
Se questo è la proposta politica di Zingaretti c’è poco da stare allegri: il Pd ha un futuro assicurato. Ovviamente all’opposizione.