Surreale, a tratti imbarazzante, il dibattito di ieri mattina in Consiglio comunale sulla mozione presentata dal Pd, e sottoscritta anche da Forza Italia e liste Serra, in merito ai progetti del bando per le periferie. Mozione con cui originariamente si impegnava il presidente dell’assemblea ad intraprendere tutte le iniziative necessarie per convincere il governo gialloverde a riassegnare anche a Viterbo i soldi (oltre 17 milioni di euro) stanziati da Gentiloni e che adesso andava modificata per promuovere la richiesta di un ricorso al Tar di cui dovrebbe farsi portavoce la Regione. Per farla breve, la mozione alla fine è caduta nel vuoto in quanto sia Marini per FI che la Delle Monache per le liste Serra hanno ritirato la firma. Questo perché, su proposta di Ubertini, dopo un’inutile discussione sul nulla, hanno ritenuto di attendere l’arrivo (per recepirla) di una mozione che sta preparando l’Anci a nome di tutti i Comuni d’Italia.
Di fatto, a livello politico si è assistito a un siparietto per nulla edificante, se è vero che la mozione presentata dal Pd non avrebbe nulla tolto all’iniziativa dell’Anci, andandosi a configurare anzi come un elemento rafforzativo della stessa. In pratica, Viterbo così facendo, incapace addirittura di ribadire una autonoma posizione, ancora una volta si è mostrata assolutamente prona alle decisioni che vengono prese a Roma, il che la dice lunga sull’atteggiamento mentale della classe politica locale. Quando si tratta di schierarsi e prendere posizione tutti (o quasi) scappano. Per cui – ci si domanda – perché uno si fa eleggere se poi non vuole prendersi nessuna responsabilità?