A volte si ha la sensazione che Chiara Frontini continui a comportarsi come se stesse ancora facendo campagna elettorale. Si dice, in effetti, che la “ragazza” sarebbe convinta che prima o poi (più prima che poi) si tornerà a votare dato che l’amministrazione Arena sarebbe destinata a soccombere sotto il peso delle proprie contraddizioni e del proprio immobilismo (tra l’altro, è grave che dopo quattro mesi la maggioranza non è ancora riuscita a presentare le linee programmatiche dei prossimi anni), dunque – da quanto è dato capire – per Viterbo 2020 è meglio continuare a battere il ferro finché è caldo.
L’altra faccia della medaglia è però il fatto che tutto questo attivismo si manifesta con la presentazione di decine e decine di interrogazioni e mozioni che ingolfano i lavori del Consiglio, senza considerare i maggiori costi che derivano in prospettiva dalla svolgimento di più sedute di quelle che sarebbero necessarie in una situazione normale o dal prolungamento dei lavori oltre l’orario medio. La Frontini interroga l’amministrazione sull’intero universo e – chissà perché – i problemi, anziché affrontarli unitariamente come vorrebbe la logica, tende a spezzettarli. Della serie: quantità anziché qualità. Un esempio: ieri erano state inscritte all’ordine del giorno due mozioni sul Teatro Unione, l’una dipendente dall’altra (tariffe di locazione e valorizzazione della struttura), quando si sarebbe potuto tranquillamente trattare tutto l’argomento insieme. Perché? Cui prodest?
Un fatto è certo: in questo quadro, il nuovo Consiglio comunale appare ogni giorno di più come una sorta di luogo di ludica utilità in cui, anziché concentrarsi sulle questioni davvero importanti e sui fatti salienti della vita cittadina, ognuno dà sfogo alle proprie piccole necessità dell’orticello sotto casa con il risultato di non combinare nulla di serio. Fino a prova contraria, in Consiglio comunale si dovrebbero discutere le linee strategiche dell’azione amministrativa (ad esempio dibattendo sulle scelte da compiere con la predisposizione del bilancio) e invece qui a Viterbo tutto si risolve in chiacchiere da bar inconcludenti tra personaggi che non si capisce dove vogliano andare a parare.
Non sarebbe male se ogni consigliere cominciasse a prendere coscienza che così facendo si perde solo tempo e si collezionano brutte figure nei confronti dei cittadini (quelli silenziosi, non i fan dei social).