Non c’è luogo in cui il ricordo di Aldo Moro non continui a suscitare ammirazione e interesse anche in chi a livello generazionale non è vicino agli anni del Dopoguerra. Ne sono dimostrazione i partecipanti sempre numerosi agli incontri organizzati in tutta la penisola per presentare il libro di Giuseppe Fioroni e Maria Antonietta Calabrò Moro, il caso non è chiuso. La verità non detta. Dopo il successo di domenica al Palazzo Ducale di Genova, ieri è stata la volta di Milano, dove l’iniziativa si è svolta nella Casa della memoria. Tra il pubblico ex democristiani, ma non solo: tanti studiosi di storia contemporanea, studenti e semplici appassionati, che, pur non avendo mai militato nello stesso partito politico dello statista democristiano, non possono non riconoscerne la grandezza e l’importanza rivestita per l’affermazione della Repubblica italiana, ovvero della democrazia e della libertà, dei valori cioè che hanno permesso al nostro Paese di progredire fino a diventare una della nazioni più sviluppate dell’Occidente. In un momento come quello attuale caratterizzato da un clima di odio sociale sempre più forte, instillato grazie ai nuovi media da forze populiste e reazionarie, la lezione di Moro rimarca così, con tutta la sua potenza, il confine da non oltrepassare se non si vogliono perdere le conquiste ottenute con tanti sacrifici da chi ci ha preceduto.