Bulgaria e Romania entravano nell’Unione Europea, a Torino invece si festeggiava l’uscita della nuova 500. Steve Jobs presentava il primo IPhone, mentre da Venezia Umberto Bossi lanciava la rivolta fiscale contro l’aumento delle tasse del governo Prodi.
Correva l’anno 2007 quando il progetto di un aeroporto Viterbo da cinque milioni di passeggeri all’anno in grado di sostituire Ciampino per i voli low cost balzò sulle prime pagine delle cronache locali e nazionali. Salvo poi – dopo cinque anni trascorsi tra discussioni, tavole rotonde, visite istituzionali – finire completamente derubricato dall’agenda politica. Oggi se ne torna a parlare. Non si sa come, non si sa soprattutto perché. Una mezza dichiarazione, un virgolettato sussurrato, una precisazione, la velina del politico che “si è confrontato con il sottosegretario” e il comunicato del sindacalista che “bene l’aeroporto, ma prima servono le infrastrutture”. E sembra già di essere tornati ai fasti di un tempo, quando addirittura Viterbo vantava in giunta un assessore ad hoc e tanti viterbesi erano diventati esperti di aviazione civile. Che tempi, ve li ricordate? Il comitato pro e quello contro, la guerra con Ryanair, che di venire a Viterbo non ci pensava proprio, e quella contro Latina e Frosinone, ché anche loro rivendicavano il diritto a uno spicchio di cielo. E poi il piano rischi, quello ve lo ricordate? Il centro termale delle Zitelle, la vicenda Itet.
Tutto questo evidentemente a qualcuno non è ancora bastato. E quindi si rimette in moto un dibattito morto e sepolto, che non interessa a nessuno, se non quelle quattro o cinque persone che ne parlano. E già fa più notizia su certi siti il ritorno di passione per l’aeroporto, rispetto ai 17 milioni tagliati qualche giorno fa dal governo alle periferie di Viterbo. Di questo, per esempio, non si parla più.
Piuttosto che volare con la testa tra le nuvole, meglio plaudire l’istituto tecnico Da Vinci, che, è notizia di questi giorni, nell’ambito di un progetto Erasmus per la manutenzione degli aeromobili, si è visto aggiudicare un maxi finanziamento di 200mila euro. Un progetto che porterà gli studenti viterbesi ad avere esperienze lavorative in industrie aeronautiche di Lituania, Polonia, Inghilterra e Spagna. La dimostrazione che si può volare anche restando con i piedi ben piantati a terra.