Prende vita il Progetto Orfeo. Otto ragazzi beninesi e altrettanti italiani saranno protagonisti di un esperimento interculturale che, dopo una settimana di prove, culminerà con la messa in scena dello spettacolo teatrale Il Segno di Orfeo (sabato 29 settembre alle 21 presso il Complesso di Sant’Agnese a Vitorchiano). La lingua, sarà ovviamente l’ostacolo più grande da affrontare. Per questo il professor Akoha, accompagnatore e didatta dei ragazzi africani, e tutto lo staff del Festival Quartieri dell’Arte hanno intenzione di far parlare il linguaggio universale dell’arte. In un momento storico di tensioni ed incomprensioni in ambito migratorio, uno degli obiettivi di tale progetto è proprio quello di far cadere tutti quegli stereotipi che portano il Paese ospitante a nutrire timore dell’altro.
Dopo l’arrivo dei beninesi a Fiumicino in mattinata e il trasferimento degli stessi a Vitorchiano nel primo pomeriggio, il professor Akoha e i ragazzi hanno incontrato per la prima volta gli artisti italiani. Un primo incontro magico e significativo. Infatti, una volta giunti nel borgo medievale, gli artisti africani sono stati bendati e accompagnati in un giardino all’aperto dai loro prossimi colleghi. Tramite odori, contatto tattile e presentazioni sussurrate a vicenda, il gruppo di italiani ha fatto in modo di instaurare, fin da subito, un legame particolare oltrepassando il cavillo della differenza linguistica. Una volta terminato il tutto, si è passati all’incontro istituzionale nella sala del Consiglio del Comune di Vitorchiano. Oltre al gruppo di ragazzi italiani e beninesi e al professor Akoha, al rendez-vous erano presenti l’ambasciatore, nonché ideatrice del progetto, Evelyne Togbe-Olory, il rappresentante della Farnesina Fortunato Mangiola, il direttore di Quartieri dell’arte Gian Maria Cervo, il sindaco di Vitorchiano Ruggero Grassotti ed il presidente dell’Adi Franco Eco.