Continua a raccogliere commenti negativi l’idea del consigliere comunale Gianmaria Santucci di togliere la Ztl da via San Lorenzo. Stavolta a intervenire è Laura Damiani di Lavoro e Beni Comuni.
“La maggioranza di destra, insediata al Comune di Viterbo da tre mesi – scrive la Damiani – ci sta facendo assistere a pochi, ma discutibilissimi provvedimenti, che se non fossero anche preoccupanti, avrebbero del lunare”. Ora, aggiunge, “hanno inventato la riapertura al traffico di via San Lorenzo, l’unica che attualmente è libera dal traffico veicolare nelle ore centrali della giornata. Si comprova in tal modo, se mai occorressero ulteriori conferme, la connotazione regressista di coloro che governano, purtroppo, anche a Viterbo”
La Damiani va quindi all’attacco diretto del consigliere di Fondazione: “Santucci sta mantenendo la promessa elettorale di cancellare la piccolissima Ztl istituita dalla giunta Michelini, a beneficio (?) dei commercianti la cui attività insiste lungo la strada, i quali, evidentemente, ora vanno all’incasso e premono sulla decisione in atto. Via San Lorenzo è la via stretta che conduce al cuore medioevale e monumentale di Viterbo, per il transito dei residenti e di chiunque, turista e non, intenda passeggiare in pace senza rischiare di essere investito da macchine e motorini: anche questa è sicurezza, assessori, o no? Purtroppo sono molti, troppi, i casi di cronaca di incidenti, l’ultimo registrato sabato, per un grave investimento ai danni di un giovane.
Alla luce del fatto, assodato, che in Italia i centri storici sono pressoché tutti chiusi al traffico da una trentina di anni (perché basta un po’ di serietà e di capacità per accorgersi che quello del traffico urbano è un problema non più rinviabile e che risolverlo significa salvare l’aria e la vivibilità stessa dei centri storici), a Viterbo si assiste da decenni a una penosa pantomima da parte di tutte le amministrazioni inette o colluse che si sono succedute e che non sanno far altro che un passetto avanti e dieci indietro.
Noi del Comitato Lavoro e Beni comuni crediamo sia inaccettabile lo spettacolo di un’operazione così sfacciatamente clientelare, e vorremmo ricordare a Santucci che un amministratore serio e responsabile non può e non deve preoccuparsi di una sola categoria, ma dell’intera comunità. Peraltro, l’idea che dalla riapertura, ad esempio di quella via, deriverebbero dei vantaggi economici e lavorativi è tutta da dimostrare: siamo convinti piuttosto che permettere di arrivare con l’auto fin sulla soglia di un negozio crei intralcio alla circolazione e quindi finisca per danneggiare il commercio; instaurare una diversa prassi andrebbe invece a vantaggio di tutti”.