Gli spifferi che arrivano da Palazzo dei Priori raccontano di un’amministrazione comunale che non riesce proprio a decollare. La sensazione è di un generale scollamento tra i vari gruppi di maggioranza e di una crescente insofferenza di molti che non riescono a giustificarsi con chi li ha votati. Negli ultimi giorni ha tenuto banco la vicenda Nunzi, l’assessora della Lega che si occupa della municipale, ma essa non sarebbe che la punta di un iceberg molto più insidioso di quanto a prima vista si possa pensare.
C’è malessere per l’eccessivo decisionismo del Carroccio, un gruppo di “cani sciolti” – come dice qualcuno – che non si consulterebbero mai con nessuno, neanche con il sindaco, come starebbe a dimostrare proprio la gestione dei vigili. Si dice che Arena quando ha ascoltato i racconti di alcune sigle sindacali in cui si riconoscono gli agenti avesse gli occhi fuori dalle orbite. Imbarazzato e senza parole, ha promesso loro di seguire con più attenzione gli sviluppi della situazione, da qui il pasticcio dei due comunicati stampa in cui si affermava in uno il pieno sostegno all’assessora e nell’altro un semplice incoraggiamento rivoltole nella consapevolezza che il difficile ruolo che ricopre richiede tanta fatica.
La Lega, gasata dal vento in poppa che ancora sta trascinando Salvini, farebbe gruppo a sé: tace sulle questioni fondamentali che coinvolgono il governo centrale (con la complicità di Erbetti dei 5 Stelle), come nel caso dei 17 milioni “rubati” alla città, non affronta con spirito di collaborazione i problemi veri e si concentra solo su un’attività di propaganda che sta infastidendo Forza Italia e Fratelli d’Italia, oltre che Santucci il quale si vede sfilare dalle mani l’arma del populismo su cui pure lui contava per aumentare il proprio peso. Non siamo ancora agli ultimi giorni di Pompei, ma il rischio di un immobilismo molto peggiore di quello rinfacciato a Michelini è orami sempre più concreto.

