Tanti annunci di svolta e cambiamento, da parte della Regione, per il nostro territorio. Ma i fatti ci dicono altro e non si può continuare a tacere.
Parliamo della sanità, in particolare, che fa acqua da tutte le parti. Belcolle è un ospedale stremato:oltre ai disservizi strutturali, c’è carenza di manutenzione e pulizia. Basta chiedere ai pazienti: vi racconteranno loro dei piccoli insetti che infestano certi ambienti, delle trappole per topi e della sporcizia che regna sovrana in quasi tutti gli spazi comuni. Per non parlare della mancanza di personale: infermieri di gran lunga sotto organico costretti a correre da una parte all’altra, svolgendo in alcuni casi anche compiti che spetterebbero ad altre figure; e ausiliari – i vecchi portantini – di fatto scomparsi. Ne pagano le conseguenze i malati, a cui non va certo meglio in fatto di quantità e qualità dei medici: molti se ne sono andati in pensione, altri, alcuni primari e alcuni professionisti tra i migliori, vere colonne portanti dell’ospedale fino a un po’ di tempo fa, si sono trasferiti da altre parti. E così dilaga la moda di rimpiazzarli tramite incarichi affidati per appartenenza politica e non per merito, come dimostra il parterre dell’altro giorno a Vetralla alla manifestazione di Zinga. A molta gente, di fronte a tanta desolazione, non resta che scappare in altre province. Aumentano dunque i viaggi della speranza e le liste di attesa.
Emblematica, per capire il calvario di pazienti e operatori, la situazione del pronto soccorso: consigliamo a chiunque di andare a vedere come si lavora in questo reparto fondamentale del nostro ospedale. Ma che importa: le stime sui conti e i comunicati stampa raccontano che va tutto bene. Pensate: è stato inaugurato per la quarta volta lo stesso cantiere – parliamo del completamento del terzo blocco – di cui da anni si annuncia la prossima fine lavori quando ancora essi devono iniziare. A tutto ciò, a livello generale, vanno aggiunte le carenze nell’assistenza domiciliare e nell’assistenza alla disabilità, ambiti che dipendono sempre dalla Regione.
Alla Asl di Viterbo ormai conta l’appartenenza politica e basta. I viterbesi fuggono perché sanno, mentre gli operatori sanno e subiscono per timore. Questa non è la svolta, è il degrado. Un degrado che va rimosso quanto prima.

