Dopo la due giorni di Festa democratica celebrata dal Pd viterbese lo scorso fine settimana, ieri pomeriggio a Vetralla, nella “grandiosa” cornice della sala cinematografica del paese, è andata in scena la “due ore” di Festa dell’unità democratica, roboante nome scelto per dissimulare quella che in realtà altro non era che una tappa della campagna elettorale precongressuale del presidente della Regione Nicola Zingaretti.
Migliaia di persone, vi immaginerete, e invece manco per cavolo: solo 230, forse 250. Tra loro, in platea, l’assessora alle politiche sociali Alessandra Troncarelli, che, non si sa perché, non è salita sul palco d’onore (forse pensava di farsi notare di più da una posizione defilata?), e moltissimi dipendenti della Asl in cerca di primariati e vice primariati o speranzosi, in alcuni casi, di essere riconfermati negli incarichi apicali ricevuti in questi ultimi tempi. La solita manfrina a cui ci hanno abituato certi medici sempre pronti a passare da una parte all’altra a seconda di chi è il “padrone” della ferriera. Stavolta non avrebbero potuto dire di no al (ri)chiamo del consigliere regionale Enrico Panunzi?
Degna di nota la presenza di alcune decine di nostalgici del vecchio Partito comunista, gente a cui è stato fatto credere che, se il congresso lo vince Zingaretti, sarà finalmente restaurato quel glorioso passato di cui sentono la mancanza oggi più che mai. Le uniche persone tuttavia coerenti, loro, a cui dunque va dato atto di aver partecipato alla reunion sotto la spinta di un’ideologia e di una nostalgia assolutamente in linea con i loro valori. Per il resto, meglio non parlare del perché hanno risposto all’appello tutti gli altri.
Zingaretti, di fronte a un uditorio così “folto” (lo ribadiamo: 230 persone), ha recitato il suo bel comizio, scandendo una serie di paroline d’ordine di cui quella che ha colpito maggiormente è stata “rinnovamento”, facce nuove cioè, anche se non s’è capito ancora quale siano quelle di cui si circonda che obbediscono a questo requisito: Panunzi e Sposetti? D’Alema e Bersani? Boh… A giudicare da ciò che si è visto ieri, l’unica novità è stata rappresentata dal colore assolutamente “neutro” della giacca del moderatore. Lui sì che con quell’arancio mezzo rosso è passato inosservato, altro che la Troncarelli che non è voluta salire sul palco…
Sigmund

