Addio a 17 milioni di euro per le periferie di Viterbo. Il decreto Milleproroghe, senza alcuna modifica nella parte che blocca i finanziamenti per la “rigenerazione urbana” dei Comuni italiani, è stato approvato giovedì 20 al Senato con 151 voti favorevoli, 93 contrari e due astenuti. Il provvedimento, convertito a Palazzo Madama dopo il passaggio alla Camera, ha ottenuto quindi l’ok definitivo. Una pietra tombale sulle speranze di chi a Viterbo sperava in un miracolo dell’ultimo minuto, che invece non c’è stato. Ci speravano in primis le associazioni di categoria, che proprio giovedì avevano ottenuto di essere ricevute a Palazzo dei Priori dal sindaco Arena per capire se ci fossero percorsi alternativi da seguire per ottenere comunque quei soldi. Tutto inutile.
Nessun ripensamento da parte del governo Lega-5 Stelle, che ha tirato dritto per la propria strada nonostante le proteste dei sindaci e delle associazioni di categoria. Il decreto blocca l’efficacia delle convenzioni sottoscritte dal governo Gentiloni con 96 sindaci di capoluoghi, tra cui Viterbo, e città metropolitane, per un investimento complessivo di 1 miliardo e 600 milioni. Circa 17 quelli che erano destinati al capoluogo della Tuscia.
Dopo la protesta dei primi cittadini, tra i quali spiccano anche esponenti di amministrazione leghiste o grilline, il premier Conte aveva raggiunto un accordo con l’Anci per salvaguardare i progetti già in fase esecutiva: “La soluzione che intendiamo adottare – ha detto Conte – è quella di inserire nel primo decreto utile (successivo alla conversione del Milleproroghe) una norma che di fatto dia la possibilità di recuperare la realizzabilità dei progetti già in fase avanzata”. Ma il presidente dell’Anci, il sindaco di Bari, Decaro, dopo la votazione nell’aula del Senato ha sospeso le relazioni istituzionali col governo in segno di protesta.
Nell’elenco di chi potrebbe salvarsi non figurerebbe comunque il Comune di Viterbo, che i progetti non li aveva ancora approvati perché era in attesa delle ultime indicazioni procedurali proprio da parte di Palazzo Chigi. Indicazioni che però non sono mai arrivate. Una beffa, perché Palazzo dei Priori adesso dovrà coprire di tasca propria le spese di tecnici e professionisti che su quei progetti hanno già lavorato.
La notizia è arrivata giovedì sera mentre in contemporanea a Palazzo dei Priori si teneva la riunione tra sindaco e associazioni di categoria viterbesi, che, preoccupate per le conseguenze negative che deriverebbero dal blocco dei fondi, avevano chiesto ai politici viterbesi di trovare soluzioni ottenere comunque quei soldi. Niente da fare. Per Viterbo una mazzata tremenda.