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Home » Politica » Altro che arte e cultura, a Sutri ci andrai sempre per la sagra dei fagioli con le cotiche

Altro che arte e cultura, a Sutri ci andrai sempre per la sagra dei fagioli con le cotiche

26 Agosto 2018

A Sutri finisce a pesci in faccia e il destino dell’amministrazione, già segnato dalle annunciate dimissioni del sindaco Sgarbi, assume i contorni di una sceneggiata napoletana che scaraventa l’antichissima città dai vagheggiati palcoscenici dell’arte e della cultura nazionale ad una miserevole realtà degna dei peggiori bassifondi del Paese. E’ già qualcosa, però, se è vero che tanta pubblicità questo remoto paese della provincia di Viterbo, dove si sentono tutti romani pur essendo considerati campagnoli dai romani veri, non ce l’avrebbe avuta neanche a pagarla oro. Vorrà dire che, anziché per il mitreo, i visitatori continueranno ad arrivare per la sagra dei fagioli con le cotiche, ed anzi saranno più numerosi di prima e di questo i sutrini dovranno in ogni caso ringraziare Sgarbi.

Ieri sono arrivate le precisazioni del vicesindaco Casini, che ha sostenuto di aver agito insieme agli altri nel modo che tutti sappiamo per difendere le istituzioni democratiche del paese. Il ragionamento in linea teorica è condivisibile, peccato che qui si tratta di fare i conti con Sgarbi, per cui tutto diventa imponderabile e lui non sembra averlo calcolato. E infatti a stretto giro di posta la replica del primo cittadino è stata talmente piena di insulti che a questo punto verrebbe da consigliare a Casini & C. di sparire per un po’ dalla circolazione.

Casini e gli altri secondo Sgarbi mentono e basta solo per nascondere le loro incapacità: “Nessuno dei consiglieri, e in particolare il vicesindaco, si è impegnato per l’attuazione del programma: dalla pulizia delle strade al rinnovamento dell’illuminazione della città, al nuovo orientamento dei percorsi viari (tutti deliberati in giunta), all’eliminazione della plastica nel decoro urbano, alla manutenzione delle scuole e alla verifica delle condizioni di sicurezza, ai bandi per i responsabili dell’ufficio tecnico, alla depurazione delle acque, per cui io personalmente ho convocato un’azienda disponibile all’impresa. Tantomeno – continua – si sono impegnati per l’apertura di palazzo Doebbing che, con i tempi, l’incompetenza, l’incapacità, l’ignoranza di molti di loro, non si sarebbe realizzata neanche in dieci anni. In questa inerzia, come nel penoso compiacimento di aprire un museo senza gravare ‘nemmeno di un centesimo sul bilancio comunale’ (infatti sono stato io, dopo la cittadinanza onoraria a Emmanuele Emanuele, ad aver ottenuto 40mila euro dalla Fondazione Roma), si insinua la polemica meschina sui ‘sostenitori locali interessati’ di cui farò i nomi: si tratta dei sostenitori di Casini, non certo miei, come Vincenzo Petroni, il quale, indicato come presidente del Comitato di indirizzo del museo, dopo aver sostenuto Casini nel patto (fra loro) per il vicesindaco, improvvisamente è diventato ‘estraneo’ alla maggioranza. Per loro, per il gruppo squadrista degli infedeli, la maggioranza sono solo gli eletti; e gli estranei i ‘loro’ sostenitori e i non eletti, per liti familiari interne di cui non mi voglio occupare. Io ho mantenuto rapporti con tutti gli esponenti della maggioranza che mi ha sostenuto, e ricorderò che, fra i non candidati e non eletti, c’è lo stesso Casini. Proprio lui riconosce che il responsabile della lista che ha vinto, per quanto mi riguarda, è Paolo Marioni, un altro, per loro, dei supposti ‘sostenitori locali di interessi’. No. Io non sostengo e non ho sostenitori, se non nei cittadini che mi hanno votato, e che sono l’unica maggioranza che riconosco. Nell’amministrazione di Sutri sono, e sono stato lasciato, solo. Con un ufficio indecoroso e spoglio, senza computer e altri strumenti di lavoro, senza telefono, senza segretaria, senza segretario comunale, senza collaboratori diretti, altro che quelli pagati personalmente da me, senza automobile di servizio (quindi a Sutri è sempre a mie spese), e senza stipendio, senza un euro, diversamente del vicesindaco non eletto e dagli assessori. Pur pagati essi, con l’eccezione della Mercuri, non hanno espresso nessuna funzione, e hanno agito sistematicamente alle mie spalle, in particolare con una straordinaria propensione per festeggiamenti, sagre e concerti di piazza”.

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