Vittorio Sgarbi se ne va da Sutri e a primavera si candida a sindaco di Sirmione, dove, “a seguito del processo di decadenza del sindaco Alessandro Mattinzoli per la sua elezione a consigliere regionale – si legge nell’albo pretorio del Comune in provincia di Brescia – il presidente della Repubblica, con atto del 9 agosto, ha decretato lo scioglimento del Consiglio”.
“Nel mio destino – commenta Sgarbi a Il Viterbese – evidentemente c’è scritto che debba fare il sindaco di Comuni che cominciano la lettera s. Dopo Salemi e Sutri, mi candido a Sirmione, che peraltro è una città molto più bella e interessante di Sutri. Mi dispiace per i sutrini, per la gente che mi ha votato, ma andare avanti con questi personaggi non sarebbe stato possibile”.
Si riferisce ad Amori?
“Di Amori non mi interessa assolutamente nulla. A valutare quello che ha fatto ci penserà la magistratura. Personalmente, ho presentato apposta la denuncia ai carabinieri e adesso il problema non è più tra me e lui, ma tra lui e l’autorità giudiziaria”.
E Casini?
“Ha detto che lui e Amori stanno insieme fino alla fine. E’ un problema suo”.
Ci può dire il motivo preciso di questa frattura? Loro sostengono che lei si consultasse con personaggi estranei all’amministrazione… Si sentivano esclusi…
“Falso. Nessuno è stato escluso e nessun estraneo ha mai preso parte alle decisioni da prendere. La verità è che io, oltre agli eletti, volevo coinvolgere tutti quelli che hanno partecipato al progetto candidandosi nella lista. A loro non stava bene”.
Cioè?
“Non potrei concepire di far fuori tutte quelle persone che, sebbene non siano state elette, hanno lavorato con me al progetto con cui abbiamo vinto le elezioni. Per me la maggioranza comprende tutti, non solo coloro che sono stati eletti”.