Che in certe zone di Viterbo (San Faustino) ci sia un problema legato alle frequenti risse tra bande di stranieri è un dato di fatto, come dimostrano i numerosi interventi di polizia e carabinieri allertati dai residenti. Ma si tratta di una questione vecchia di almeno 15 anni e che affonda le radici principalmente nell’abbandono, da parte dei viterbesi, di certi quartieri, con la conseguenza di aver messo sul mercato, più o meno legale, decine e decine di case che sarebbero restate sfitte.
L’invocato intervento della forza pubblica o l’introduzione del daspo urbano in questo scenario sono provvedimenti che potrebbero apportare qualche piccolo beneficio momentaneo, ma è evidente che il Comune, anziché affidarsi a tali iniziative tampone, che alla lunga lasciano il tempo che trovano, dovrebbe farsi promotore di un progetto di più largo respiro volto a far tornare i viterbesi in contro, di cui al momento invece non c’è traccia. D’altra parte, prima di Arena già gli altri sindaci (Marini e Michelini) si erano mossi disponendo l’intensificazione dei controlli dei vigili urbani e chiedendo alle autorità di pubblica sicurezza (Prefettura e Questura) di attenzionare (cosa che peraltro sanno fare bene da soli) la situazione. La decisione di Arena di chiedere un incontro con il prefetto non rappresenta dunque nulla di nuovo, in ogni caso da parte sua era doveroso farlo e ha fatto bene a muoversi subito.
Non può non destare dunque perplessità l’atteggiamento di chi, all’interno della maggioranza, in queste ore sta gettando benzina sul fuoco e alimentando un surreale dibattito sui social che il più delle volte si risolve nel nulla come le chiacchiere tra comari. La verità è che Viterbo è così oggi perché vengono a maturazione i frutti di scelte socio-urbanistiche che risalgono almeno alle fine degli anni Novanta e che poi sono continuate negli anni Duemila. Scelte peraltro condivise dalla maggior parte di quelli che ora si stracciano le vesti. Ragione per cui tutto questo polverone sull’emergenza sollevato dagli stessi ambienti di centrodestra che governano Palazzo dei Priori non sembra altro che il tentativo di spostare l’attenzione su un argomento di sicuro effetto mediatico per nascondere il vuoto di idee sul progetto di città che sarebbe richiesto ad una qualsiasi amministrazione seria, con la speranza addirittura di ricavarne popolarità.