Fino a due mila euro di multa oppure l’arresto da due a sei mesi. Tanto rischia chi viene sorpreso a offrire da mangiare ai cinghiali. Lo ha ricordato nei giorni scorsi l’Ispra per cercare di scoraggiare quanti continuano a mettere in atto questo tipo di comportamento che, secondo l’Istituto superiore per la protezione ambientale, sarebbe tra la cause principali del crescente numero di incursioni dentro le città da parte di questi animali. In particolare a Roma. Ma scorrerie da più di un anno ormai si registrano anche a Viterbo, con avvistamenti che in alcuni quartieri sono diventati all’ordine del giorno.
L’intervento dell’Ispra arriva dopo che in rete sono apparsi video in cui alcune persone, pensando di mettere in atto un bel gesto, offono cibo ai cinghiali.
“Regola numero uno – scrive l’Ispra all’interno di una sorta di vademecum rivolto ai cittadini – non dare da mangiare ai cinghiali in città. Fornire cibo ai cinghiali è una pratica assolutamente sconsigliabile, perché favorisce l’abitudine di questi animali all’uomo con potenziali rischi per le persone, senza dimenticare che tale comportamento implica rischi anche per gli stessi animali. Il cinghiale è, per sua natura, un animale selvatico e può reagire all’interazione mordendo o spingendo violentemente. Inoltre, questa frequentazione comporta rischi per gli animali domestici – cani e gatti – che possono essere aggrediti dai cinghiali con conseguenze anche gravi. Facilitando la presenza dei cinghiali vicino a strade e abitazioni, non è infine da sottovalutare il rischio di incidenti stradali che possono essere provocati dal loro attraversamento”.
Ma non è solo la disponibilità da parte di alcuni cittadini a fornire cibo che richiamerebbe i cinghiali: “Va ricordato – continua l’Ispra – che la presenza di cinghiali nelle aree urbane è strettamente legata alla presenza di scarti alimentari e di rifiuti organici, che determinano un’abbondante disponibilità di cibo per questo animale selvatico. Il foraggiamento dei cinghiali è espressamente vietato dalla legge 221/2015 che prevede, per chi contravviene a tale divieto, l’arresto da 2 a 6 mesi o l’ammenda da 500 a 2mila euro”.
A Roma per affrontare le problematiche legate alla presenza di cinghiali dentro l’area urbana, è stato istituito un tavolo tecnico che vede coinvolti la prefettura, il Comune, la Città Metropolitana, la Regione Lazio, Ispra e altri enti pubblici competenti.
Dopo Santa Rosa, come annunciato dal sindaco Giovanni Arena, anche a Viterbo sarà presa una iniziativa simile. “Si tratta – ha dichiarato il sindaco al Viterbese – di un problema non più rinviabile”.