Succede solo a Viterbo, dove a Ferragosto i turisti possono ammirare i tesori di Tutankhamon, ma non i tesori della città.
E’ un paradosso, ovviamente. La mostra nei sotterranei di Palazzo dei Papi dedicata al faraone – fino al 28 ottobre con orario continuato dalle 10 alle 19 – non c’entra niente. Ma il confronto torna utile per capire come nel capoluogo vengono gestiti i beni culturali, in particolare il complesso che ospita il Museo Civico.
La struttura, nelle cui sale sono collocati, tra gli altri, i capolavori di Sebastiano del Piombo, il 15 agosto è rimasta chiusa per tutta la giornata, come si vede nella foto. Nel giorno dell’anno in cui le città italiane si presentano al meglio delle loro possibilità per fare bella figura con i visitatori, a Viterbo invece si sceglie di tenere sbarrato ai turisti il museo che più di tutti dovrebbe rappresentare la città e la sua storia.
Sulla chiusura del complesso nei giorni scorsi non è arrivata alcuna comunicazione da parte del Comune. Nessuna informazione neanche sul sito Visit Viterbo, il portale che fornisce le informazioni turistiche. Tanto che a questo punto uno si domanda a cosa serva, il sito.
A Ferragosto, invece, i turisti hanno scoperto di dover rinunciare alla visita solo quando sono arrivati davanti al museo. Attaccato sul portone un foglio bianco con la scritta: chiuso il 15. Senza specificare neanche il mese. Per assurdo, verrebbe da pensare che quella chiusura si ripeta ogni trenta giorni.
Il museo, si sa, sta attraversando un (lungo) periodo di difficoltà, il personale è ridotto. Ma non si poteva fare altrimenti? Domenica 12, di mattina, per esempio, il museo risultava essere aperto. Se proprio si doveva scegliere tra le due date, non si poteva scegliere di stare chiusi in quest’ultima, invece che a Ferragosto?