“Porti chiusi? Se quello che sta succedendo adesso in Italia fosse accaduto 24 anni fa, io non sarei qui a scrivere canzoni, fare musica, andare in tv ed esibirmi ai concerti. E come me tanti altri”. Lo dice Ermal Meta in una intervista a Donna Moderna. Il cantante che pochi giorni fa si è esibito a Vignanello in un concerto che ha attirato fans anche da fuori regione, dice la sua sulle politiche di accoglienza del governo e sul tema del razzismo. Riflessioni di chi ha vissuto sulla propria pelle cosa significa essere un migrante. Era il 1994 quando Meta, allora tredicenne, arrivava a Bari dall’Albania.
“I confini esistono – continua Meta – però so che esistono le persone prima dei confini, bisognerebbe dare una possibilità alla vita”.
E si schiera contro le decisioni di chiusura prese dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, protagonista di recente di un attacco al Pd di Viterbo per una manifestazione in piazza contro il razzismo: “Mi ha fatto male leggere alcune cose ultimamente. Non esiste un diritto di nascita più di un altro. Oggi c’è una parte del mondo che soffre e cerca di riscattare la propria esistenza, di non morire. Molti anni fa quella parte del mondo mi riguardava perché c’ero io dentro. Eppure le soluzioni non si vogliono trovare. Questa stagnazione del pensiero mi fa paura”