A parte il caso Viterbo, dove ogni occasione è buona per buttarla in caciara da parte di una classe politica mediatamente inadeguata a gestire l’attualità (mettendo nel novero di ciò che è attuale anche l’atteggiamento responsabile che andrebbe tenuto nei riguardi dell’opinione pubblica), la polemica sui bandi delle periferie investe pure i Comuni leghisti e pentastellati. Non sono più dunque solo gli amministratori locali delle opposizioni a protestare, ma piano piano si fanno sentire le voci anche di alcuni sindaci amici del governo, iniziando da Vicenza e Livorno. Insomma, qui – ma a Viterbo non l’hanno ancora capito – la preoccupazione è di tutti ed è sbagliato schierarsi a prescindere, cioè per partito preso, pro o contro.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, definisce “il taglio” dei fondi alle periferie “un furto con destrezza”. “La leggo – ha detto – come un’operazione politica tesa a mettere in difficoltà chi aveva proposto una via utile per le grandi città, in questo caso Renzi. E’ una scelta indifendibile. L’ha detto il presidente dell’Anci, questo è un furto con destrezza, penso che l’Anci debba fare ricorso. Hanno fatto una cosa che riteniamo illegittima”.