Dall’Usb di Viterbo riceviamo e pubblichiamo.
Le case popolari, cosi come tutti i servizi sociali, sono un diritto di tutte le fasce più esposte della popolazione, senza alcun legame non le proprie radici etniche o religiose. Non è accettabile che il vice sindaco della città ponga discriminazioni su base etnica, peraltro illegali nell’accesso ai servizi sociali. Al contrario, non fa cenno ad alcuna iniziativa concreta perché i servizi sociali tornino pubblici e funzionanti.
I servizi sociali, in Italia in genere, e Viterbo non fa eccezione, vengono dismessi e svenduti ai privati. Recentemente abbiamo portato all’attenzione lo smantellamento dell’assistenza domiciliare e psichiatrica. Eppure nessuna voce leghista si è alzata in difesa del diritto alle cure sanitarie pubbliche e accessibili a tutti. Né, tantomeno, in difesa dei lavoratori e della sicurezza sul posto di lavoro. Ad oggi, gli unici annunci della Lega assumono toni propagandistici, senza alcuna utilità sociale o politica. Fino ad arrivare ad una preselezione su base “razziale” per l’accesso ai servizi sociali. Preselezione che, se venisse veramente messa in atto, violerebbe la Costituzione, che punisce qualsiasi differenziazione su base etnica, religiosa o sessuale perché riconducibile a quelle di matrice fascista. La Lega, come tutte le forze politiche che siedono in Consiglio comunale, ha l’obbligo, non solo di far rispettare, ma di rispettare essa per prima la legge italiana, legge che riconosce i diritti umani, sociali e politici a tutti gli individui senza alcuna classificazione di tipo razziale.
Usb