
L’Italia come un laboratorio sociale regressivo. Il caso vaccini, con la decisione del governo di rinviarne l’obbligo di un anno per i bambini delle scuole, si applica bene al modo in cui lo scrittore Giuseppe Genna descrive il paese di oggi. Un paese diviso, dove gli argomenti al centro del dibattito sono principi comuni che dovrebbero essere condivisi da tempo, ma che a quanto pare non lo sono: famiglie “no vax”, che non intendono ottemperare all’obbligo, contro famiglie (la stragrande maggioranza) con figli vaccinati; famiglie in cui addirittura i genitori sono in disaccordo tra loro sulla decisione di vaccinare o meno i figli, come è avvenuto a Rimini dove alla fine è dovuto intervenire un giudice per dare il via libera alla terapia su una bimba di due anni e mezzo. E ancora: minacce di morte all’immunologo Burioni, autocertificazione farlocche, classi ghetto e spaccature all’interno della maggioranza dei Cinque Stelle che della decisione di rinviare dell’obbligo si è fatta promotrice.
Anche a Viterbo c’è preoccupazione per gli effetti che potrebbe avere l’emendamento inserito all’interno del Milleproroghe.
Da registrare l’intervento di TusciaEuropa: “Poiché la materia sanitaria, non è competenza esclusiva dello Stato, chiediamo alla Regione Lazio e al suo presidente Nicola Zingaretti di contrastare in ogni sede questi provvedimenti nefasti e antistorici, sia attraverso il potenziamento di una apposita campagna informativa con l’istituzione a settembre di una giornata della prevenzione e della vaccinazione sia mediante il ricorso alla Corte Costituzionale o la definizione di un proprio strumento normativo, di concerto con le altre Regioni”.
L’associazione TusciaEuropa, nel chiedere con forza che anche le istituzioni locali e i sindaci (massimi responsabili della salute pubblica nei rispettivi comuni) si esprimano e prendano parte a questa battaglia, annuncia per il mese di settembre la costruzione di una propria iniziativa con la partecipazione di esperti del settore
Con una lettera aperta al sindaco Arena, Luisa Ciambella torna sulle preoccupazioni già espresse sull’argomento di recente: “Oggi – scrive la consigliera del Pd – lo Stato mette a repentaglio la salute dei nostri figli e stupisce che, come nel medioevo, su un tema del genere così pericoloso per il futuro dei nostri figli discuta la politica ma soprattutto ci sia una scarsa indignazione delle coscienze. Tutti sappiamo che pochi non vaccinati possono provocare danni a molti e l’indifferenza è complice della paura ed alimenta il rischio salute pubblica. Io sono certa che Lei condivida con me queste preoccupazioni, e per questo sono a chiederle di impegnarsi insieme alla Asl per attivare una campagna di sensibilizzazione sulla utilità dei vaccini in generale e nelle scuole, a partire dagli asili nido”.