Per anni non hanno fatto altro che dire che l’amministrazione Michelini sarebbe fallita per l'”innaturale” maggioranza, con pezzi di centrodestra, che la sosteneva, e poco importava ricordargli che si trattava comunque di una maggioranza regolarmente votata dai cittadini. Più recentemente invece hanno gridato allo scandalo per il parere favorevole espresso dal Pd nei riguardi di Stefano Caporossi alla presidenza della quarta commissione, e a poco è servito avergli spiegato che si trattava di un giudizio sulla persona e non di stampo politico. Guarda caso però adesso non aprono bocca di fronte a quello che sta accadendo in Regione: neanche un parola di sdegno per l’allargamento della maggioranza a due consiglieri di destra, peraltro, a differenza di quella di Michelini, neanche troppo moderata. Maggioranza che, oltretutto – sempre a differenza di quella che per 5 anni hanno tenuto sulla graticola, esponendo il loro partito a tutte le brutte figure che hanno determinato i risultati che abbiamo visto – non è stata neanche eletta dal popolo.
I soggetti di tutti questi ragionamenti sono ovviamente i “capi” della sinistra bricolage made in Viterbo, Francesco Serra ed Enrico Panunzi, gente che un giorno sì e l’altro pure non perde occasione per ledere all’immagine della loro area di provenienza.
Dunque, a Serra e Panunzi non importa nulla se due ex assessori di spicco delle giunte di Gianni Alemanno e Renata Polverini entrano a tutti gli effetti nella maggioranza in Regione, consentendo a Zingaretti di smarcarsi dal M5S. Tutto fa brodo, per i due “sinistri” viterbesi, che sempre di più dimostrano di avere del partito una concezione alquanto singolare, laddove lo vedono come un qualcosa che serve solo quando è funzionale ai loro disegni.
Per chi non lo sa, i due esponenti di destra che passano in maggioranza alla Pisana sono Enrico Cavallari e Giuseppe Cangemi, rispettivamente fuoriusciti dalla Lega e da Forza Italia. Sono stati gli unici a sottoscrivere un’intesa programmatica di 10 punti lanciata dal capogruppo del Pd Mario Buschini. Firma che di fatto porta i seggi “amici” da 25 a 27 su 51, condizione che si formalizzerà mercoledì prossimo quando il Pd voterà in blocco l’elezione di Cangemi a vicepresidente d’aula (al posto dell’arrestato Adriano Palozzi, già decaduto), a cui probabilmente seguirà la nomina di Cavallari a presidente di una commissione.
La regia dell’operazione, secondo i ben informati, porterebbe la firma del vicepresidente Massimiliano Smeriglio, ex Sel pro Pisapia divenuto col passare dei mesi il grande stratega della candidatura di Zingaretti alla segreteria del Pd. Lo stesso che a Viterbo ha lavorato per la candidatura di Filippo Rossi a sindaco.
Ma chi sono, nello specifico, le due new entry? Cavallari, eletto con la Lega e sbattuto fuori dal neo coordinatore Zicchieri, ha un passato nell’estrema destra romana ed è stato assessore fedelissimo dell’ex sindaco Gianni Alemanno fra il 2008 e il 2013. Cangemi, invece, in gioventù parà della Folgore (guarda caso esattamente come Caporossi), è stato assessore regionale fedelissimo dell’ex governatrice Renata Polverini fra il 2010 e il 2012.
No stavolta Serra e Panunzi non si scandalizzano e come loro non dicono una parola gli “strateghi” dell’informazione di regime che hanno sollevato il caso di Caporossi. Ma d’altra parte perché scandalizzarsi? Serra e Panunzi non hanno forse dato vita alle due liste della Asl per agevolare alle comunali quegli ambienti del centrodestra viterbese con i quali avevano stretto i rapporti giusti per consentire a Panunzi di essere rieletto grazie a circa 700 voti passatigli alle regionali? D’altra parte, non hanno fatto tutto ciò ben sapendo che avrebbero condannato il Pd alla sonora sconfitta che tutti conoscete?