Nel 38° anniversario della strage di Bologna, il presidente dell’Associazione per le vittime di quel del 2 agosto 1980, Per Paolo Bolognesi, parla dei misteri che ancora avvolgono questa tragica pagina della storia italiana. Lo fa in un’intervista rilasciata ad HuffingtonPost in cui rivela come le uniche novità siano emerse recentemente dai lavori della Commissione d’inchiesta su Aldo Moro per iniziativa di Giuseppe Fioroni.
“Non ci sono misteri – dice – ma solo segreti: i misteri hanno a che fare con le religioni, i segreti invece con le protezioni di cui hanno goduto personaggi e strutture”.
“Durante i lavori della Commissione d’inchiesta sulla strage di via Fani e l’assassinio di Aldo Moro – dice – ricostruendo la vita del titolare del bar Olivetti – l’insolito caffè posto all’angolo tra via Stresa e via Fani, che secondo i lavori della Commissione (di cui io ho fatto parte) ha avuto un ruolo logistico fondamentale per il rapimento dello statista dc – Tullio Olivetti era con certezza a Bologna il giorno della strage. Nonostante il calibro del personaggio su di lui non è mai stata fatta alcuna indagine. Il bar di via Fani era al centro di un grosso traffico d’armi, di cui veniva rifornita la malavita, la Ndrangheta, Cosa Nostra, gruppi terroristici mediorientali e formazioni armate europee. Ma Olivetti è stato tenuto al riparo da ogni conseguenza giudiziaria. A lui la Commissione Moro è arrivata dopo 40 anni. Per questo parlo di segreti e non di misteri.”