Proprio mentre arriva questa ondata di finanziamenti dell’Unione europea alle aziende agricole, che potranno investire – si spera – su innovazione e competitività, fa discutere la notizia secondo la quale in provincia di Viterbo molti casi di tumore sarebbero correlati alle sostanze chimiche usate in agricoltura. Secondo uno studio recente, sarebbero 2000 ogni anno i cittadini che si ammalano di carcinoma, con un’incidenza maggiore relativamente al sesso maschile: in pratica ogni uomo residente nel Viterbese avrebbe 33 possibilità su 100 di ammalarsi di tumore nel corso della sua vita, contro le 26 su 100 delle donne.
L’intervento di Daniela Proietti, diffuso ieri da Viterbo Civica e rilanciato anche da questo sito, ha fatto il giro della provincia. Molti sono stati i commenti e le prese di posizione, ad esempio da parte degli utenti di Facebook, che non hanno mancato di mettere sotto accusa le coltivazioni intensive di castagne e nocciole impiantate sui Monti Cimini. Ecco cosa scrive alla nostra redazione una lettrice, Tiziana Palmieri: “In riferimento all’articolo sui veleni dei noccioleti volevo aggiungere che, nonostante i tumori siano il problema più grande, ci sono molte altre patologie derivanti dall’uso delle sostanze chimiche, tra cui l’ipospadia. Ne ha sofferto mio figlio 18 anni fa e già all’epoca gli specialisti ci chiesero se venivamo dal Viterbese perché avevano riscontrato una percentuale altissima di neonati affetti da questa malattia che provenivano dalla nostra zona. Considerate che questa patologia può manifestarsi in vari modi: da problemi estetico a malformazioni del pene, fino a rendere sterili. Tutto questo per colpa dei veleni. Grazie ancora”.