Da Viterbo civica riceviamo e pubblichiamo
La notizia secondo la quale nella Tuscia ci sarebbe un aumento incontrollato di nuovi casi di tumore, secondo quanto riporta la ricerca condotta dall’ equipe della dottoressa Angelita Brustolin (si parla di 2000 nuovi casi all’anno, con un’incidenza maggiore nei soggetti di sesso maschile: in pratica ogni uomo residente nel Viterbese, ha 33 possibilità su 100 di ammalarsi di tumore nel corso della sua vita, contro 26 possibilità su 100 per le donne) ha scosso la popolazione residente nel territorio ed in particolar modo le numerose persone che vivono nei luoghi in cui si coltivano da sempre le nocciole.
Abbiamo sentito una di queste persone, G.F., residente a Fabrica di Roma, che lamenta una situazione che sta divenendo giorno dopo giorno sempre più insostenibile.
Pare che la Regione Lazio, (e questa non è notizia nuova) abbia autorizzato l’impianto di 26000 ettari di nuovi noccioli che andrebbero ad aggiungersi ai 22000 ettari già presenti. Non solo, sembrerebbe anche che grandi trattori, ai margini della via Amerina, stiano arando il terreno con il ripuntatore fino ad arrivare ad un metro di profondità, incuranti del fatto che proprio al di sotto di questo terreno ci siano resti di ville romane addirittura catalogati.
Che qualcosa non stia funzionando è testimoniato anche da ciò che è accaduto il 26/06/2018. Secondo quanto riportato da Altolazionotizie.it, “la Stazione CC Forestale di Caprarola ha segnalato all’Autorità Giudiziaria tre persone, per il disboscamento e il dissodamento di sei ettari di bosco ceduo di castagno, in loc. Cacchiare del comune di Ronciglione. Le indagini Coordinate dalla Procura della Repubblica di Viterbo, dal sostituto Procuratore Dott.ssa Chiara Capezzuto che ipotizza violazioni alla normativa urbanistico-edilizia e paesaggistica ed ha inoltre richiesto ed ottenuto da parte del GIP il sequestro dell’area disboscata.
Nel contempo i Carabinieri Forestali, anche mediante voli dedicati sull’area dei monti Cimini, intensificheranno i controlli finalizzati a prevenire reati a danno del patrimonio paesaggistico in tale area di pregio.”
Sempre secondo G.F., sembra che le aziende produttrici delle più celebri e riconosciute creme di nocciole, abbiano aumentato la propria richiesta, costringendo i coltivatori a incentivare la produzione.
Gli agricoltori non sono ovviamente dispiaciuti che le commesse siano in crescita, sebbene vivendo essi stessi nelle vicinanze dei noccioleti, e potendo toccare con mano la situazione venutasi a creare, non possono non essere preoccupati.
Difatti, sempre secondo la persona da noi sentita, alcuni imprenditori utilizzano concimi biologici ed organici, mentre altri oserebbero concimi chimici e i diserbanti più pericolosi che si riverserebbero direttamente nelle falde acquifere, avvelenandole.
Altra criticità sarebbe rappresentata dall’uso di fitofarmaci che numerosi agricoltori utilizzerebbero in maniera incontrollata.
Sono noti a tutti i loro effetti nocivi, anche se tali prodotti, impiegati correttamente, hanno come unica funzione quella di proteggere la salute della coltura e di garantirne la sopravvivenza. Essi vengono utilizzati per combattere le principali avversità delle piante quali malattie infettive, fisiopatie, parassiti e fitofagi animali, piante infestanti. In caso contrario,ossia con un uso non consapevole, l’accezione negativa, data dal sinonimo con cui vengono indicati, pesticidi, è rivelatrice della loro pericolosità.
Quindi, la preoccupazione resta alta e, dati alla mano, più di duemila persone che si ammalano di tumore nel Viterbese ogni anno, sono davvero troppe.
Daniela Proietti