Vallo un po’ a capire, Massimo Erbetti. Non è facile seguirne i ragionamenti, anche perché se uno sta all’opposizione dovrebbe fare opposizione, punto. Lui invece si preoccupa, almeno finora – poi magari cambierà idea – più di entrare in polemica con la minoranza che non con la maggioranza, dando la sensazione di essere più interessato alle presunte strategie politiche da mettere in atto dallo scranno in cui siede che alla sostanza dei problemi.
Sentite come ha commentato la decisione del Pd e di Viterbo 2020 di uscire dall’aula quando si è trattato di votare la convalida di Muroni: “Abbiamo assistito alla nascita di un nuovo partito, il Pd 2020. Un asse che nessuno mai avrebbe immaginato, ma si sa: a volte, la realtà supera ampiamente la fantasia. Il finto nuovo che si unisce in matrimonio con il vero vecchio, la ‘pasionaria’ di Viterbo 2020 che, finalmente, esce allo scoperto e si unisce in matrimonio con il Pd. Il lieto evento durante la votazione per la convalida di Muroni: insieme decidono di abbandonare l’aula per non votare, eppure avevano fatto fuoco e fiamme, ci mancava solo che (Frontini e Ciambella, ndr) si strappassero le vesti. Viterbo 2020 purtroppo non è nuova a questo tipo di azioni: già nella scorsa consiliatura su un caso simile si astenne. Morale della favola, Viterbo 2020 e il Pd abbandonano l’aula per far mancare il numero legale, nella speranza di uscire vincitori, ma senza prendersi la responsabilità di votare no, e quando si accorgono che il numero legale c’è, non per il sottoscritto, ma per la presenza in aula di Filippo Rossi, decidono di rientrare e fare una dichiarazione di voto per poi uscire e non votare. A quel punto il numero legale c’era, il giochino da vecchia politica non aveva funzionato, potevano benissimo rimanere e votare no, ma niente, il coraggio non ce l’hanno proprio, non ce la fanno a prendersi la responsabilità del voto e scappano nuovamente, rimanere e votare sarebbe stato un segnale forte nei confronti di una maggioranza che con 16 sì si è presa, secondo noi facendo un immenso errore, una grandissima responsabilità politica”.
Erbetti, in sostanza, dà arbitrariamente la “colpa” del numero legale a Rossi, senza rendersi conto però che Rossi potrebbe dire la stessa cosa di lui, ma una cosa è certa: se ne lui né Rossi fossero restati in aula la seduta sarebbe saltata, Muroni non sarebbe stato convalidato, e per la nuova amministrazione l’inizio sarebbe stato ancora più in salita di quanto non lo sia già. O no?