A sollevare il problema dell’incompatibilità di Paolo Muroni è stata Luisa Ciambella, già alle prese durante l’amministrazione Michelini con il caso Moltoni. La capogruppo del Partito democratico ha preso la parola poco dopo l’apertura dei lavori del nuovo Consiglio comunale, chiedendo la convalida nominale per ogni singolo consigliere e riguardo alla posizione di Paolo Muroni ha tenuto a precisare che, al di là della persona e di qualsiasi altra considerazione di carattere politico, votare l’incompatibilità che per chi è stato condannato dovrebbe essere un atto dovuto per rispetto dei cittadini. Ha quindi esortato il sindaco a far rispettare la legalità all’interno del Consiglio (“… il buon esempio deve partire da noi”) ed ha invitato tutti a riflettere sulla necessità di mettere in atto comportamenti corretti che possano servire alla classe politica per recuperare credibilità tra i cittadini.
“Caro sindaco – parole della Ciambella – le chiedo oggi, facendo tesoro della mia esperienza precedente, di alzare il livello. Le chiedo di far valere nelle sue scelte la giustizia, la correttezza. Gli interessi dei cittadini che, seppur con stanchezza l’hanno votata, vanno difesi tutti i giorni: non possono, come in passato, essere calpestati dai soprusi di chi crede di poter occupare le istituzioni spesso a fini personali. Il rispetto delle regole e della legge deve essere un faro illuminante: mai fare spallucce o aspettare, come accaduto anche nella scorsa legislatura, che i problemi si risolvano da soli. Se fossi nella condizione di chiedere il suo impegno su una sola cosa, le chiederei di impegnarsi a far rispettare la legge e a non avere paura. In questo senso, mio malgrado, dovrei subito farle notare che abbiamo iniziato con il piede sbagliato. La convalida degli eletti votata dimostra ai cittadini che la casta non esiste solo ad alti livelli, la casta è anche al Comune di Viterbo quando chi non ha titolo per sedere su questi scranni decide di farlo senza aver onorato i propri debiti verso i cittadini e ritenendo di soprassedere con una buona dose di arroganza. Le chiedo quindi, sindaco, di rettificare il suo percorso, già abbastanza difficoltoso, distinguendosi, come in precedenza non è stato fatto, nel sostenere sempre il giusto, nel non tirare a campare e a mettere i problemi veri delle persone in cima alla lista delle priorità, davanti a questo non indietreggi mai subendo ricatti o pressioni che hanno un unico effetto: quello di spegnere ancora di più la fiducia seppure flebile che i cittadini hanno riposto in lei e quindi nell’istituzione Comune”.