Massimo Erbetti si è giustificato così: “L’unica opposizione siamo noi, che siamo restati in aula quando gli altri se sono andati via. Il loro non è un modo serio di fare politica”. Il consigliere del M5S è intervenuto con queste parole quando, alla ripresa dei lavori del Consiglio comunale (era stato sospeso per mezz’ora per mancanza di numero legale), lui si presentava regolarmente in aula insieme a Filippo Rossi, mentre il resto della minoranza (dal Pd a Viva Viterbo) non prendeva parte ai lavori.
Però – al di là della votazione che ha visto uno votare contro e l’altro astenersi – tutti hanno letto nel comportamento di Erbetti e Rossi il tentativo di offrire una stampella alla maggioranza, ovviamente con motivazioni diverse: per il M5S si tratterebbe, evidentemente, di tenere fede agli impegni presi dal Movimento 5 Stelle a livello nazionale con il centrodestra, mentre Rossi avrebbe l’obiettivo di aprirsi un varco per non avere rogne con Caffeina.
La circostanza non è passata inosservata al Pd e a Chiara Frontini, che su Facebook ha subito scritto: “Il consigliere del M5S Massimo Erbetti e quello di Viva Viterbo Filippo Rossi (che non posso taggare) restano in aula a tenere il numero legale alla maggioranza su un voto di legalità, per la convalida di Paolo Muroni che ha un debito liquido ed esigibile con l’ente di 100.000 euro. Che entrambi avessero votato Giovanni Arena al ballottaggio lo immaginavamo, ma così lo rendono palese. Mi sembra un ottimo inizio! La seduta continua… vi tengo aggiornati. #ilcambiamentonondipendedaloro”.
Al di là di Rossi, che ha abituato tutta la città alle giravolte e ai salti mortali, sarà interessante verificare cosa pensano gli elettori del M5S dell’atteggiamento del loro rappresentante, che, se confermerà anche in futuro questa strategia, ripudierà di fatto le enunciazioni di principio fatte in campagna elettorale.