Massimo Erbetti del M5S è convinto che Filippo Rossi non debba dimettersi da consigliere comunale. Il ragionamento in linea di principio è condivisibile: “Il consiglio comunale comincerà a lavorare, spero siano 5 anni proficui per questa città. Viterbo non si merita lo stato in cui versa e non se lo meritano i viterbesi. Spero che ognuno di noi eletti faccia la propria parte e si assuma la responsabilità morale di portare avanti le istanze dei cittadini che ci hanno votato, dico questo, ma so già che qualcuno di noi eletti non si assumerà tale responsabilità e rassegnerà le proprie dimissioni. Credo che ciò sia moralmente ed eticamente poco corretto nei confronti di tutti quegli elettori che hanno sostenuto il proprio candidato. Quando ci candidiamo, speriamo tutti di vincere, ma sappiamo benissimo che il vincitore sarà uno solo e che, di conseguenza, il nostro compito sarà quello di fare opposizione, di vigilare e di fare in modo che il vincitore rispetti le promesse elettorali. Tutto ciò va fatto con tutte le nostre forze, dobbiamo provarci con tutte le nostre energie, lo dobbiamo a noi stessi ma principalmente a chi ci ha onorato della propria fiducia. Dimettersi è tradire quella fiducia, dimettersi è fuggire dalle proprie responsabili, dimettersi è secondo me un è un vero e proprio affronto nei confronti dei viterbesi che hanno messo una croce sul nostro nome. Per questo motivo invito chi ha già comunicato di volersi dimettere a ritornare sui propri passi e lancio un monito a chi in futuro vorrà farlo”.
Al di là di Filippo Rossi, colpisce in questa “accorata” arringa una frase: “Viterbo non si merita lo stato in cui versa e non se lo meritano i viterbesi”. Colpisce perché, detta in questo modo, sembra che Viterbo sia una città bombardata, devastata, colpita a morte, ma le cose invece, nonostante tutti i problemi che esistono, non necessariamente stanno così. Viterbo è una città tale e quale a tante altre di questo nostro Paese in questo periodo storico. Una città tutto sommato vivibile e comunque non peggiore di altre. Punto: il resto è retorica.
Erbetti, come tanti altri, descrive dunque una realtà apocalittica con il risultato di contribuire a renderla, a livello percettivo, peggiore di quanto non sia e di alimentare così il senso di sfiducia che è alla base del degrado crescente nella nostra società. Al giorno d’oggi, sono purtroppo tanti i portatori di sfiga che, avendo trovato nel web la loro cassa di risonanza, finiscono – magari anche mossi da buone intenzioni – a sortire l’effetto contrario di quello che vorrebbero.