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Home » Politica » Zingaretti come il bue che dice cornuto all’asino

Zingaretti come il bue che dice cornuto all’asino

10 Luglio 2018

All’assemblea nazionale del Pd, Zingaretti ha tuonato contro Renzi: “Non ascolta gli altri”. Della serie – come si dice a Viterbo – il bue che dice cornuto all’asino.

Zingaretti, lui sì che è un campione di ascolto, basta vederlo in questi anni da presidente di Regione: ha sempre ignorato il Pd viterbese, mai un incontro con i quadri e i militanti locali, nella Tuscia è arrivato sempre per gite fuori porta con la sua corrente, confondendo – grave per uno che dice di ascoltare – il partito con gli amici di Panunzi. Da parte sua, sempre scelte calate dall’alto, pensiamo alle ex Ipab, avvenute senza coinvolgere i sindaci interessati, con commissari scelti nel chiuso delle sue stanze, molti dei quali (eufemismo) riconducibili alla solita area.

L’elenco è lungo. Le università agrarie, parliamo di Blera o Tarquinia: basta sentire gli amministratori per conoscere il calvario di non essere ascoltati. La Asl: sempre sulle cronache con i malati che protestano per le liste di attesa e i viaggi della speranza… La verità è che Zingaretti non ascolta: sente. Sente i candidati delle liste della Asl, ne conosce le carriere, i curricula e l’operato, nel frattempo non conosce però i drammi dei pazienti ortopedici o chirurgici che quotidianamente scrivono ai giornali per denunciare inefficienze e disservizi. Lui che ascolta vada a vedere dove si ricoverano e dove vanno a curarsi, forse potrebbe ricevere consigli utili.

Ascolti i dipendenti dell’Ater che devono trovare giustizia nei tribunali, ma mai in Regione o all’Ater stessa, con grave danno erariale. Si informi dei precari candidati nelle liste del potere confermati nei loro incarichi ed ascolti chi per punizione politica viene cacciato nonostante svolga un lavoro indispensabile e lo faccia bene.

Ascolti, presidente, è capirà molte cose, se è in buona fede.

Zingaretti finora ha ascoltato solo per favorire la sua corrente e infatti, invece di premiare chi alle elezioni regionali ci ha messo la faccia, ottenendo una mole notevole di consensi, ha fatto solo gli interessi di chi ha preso tutto per se stesso, ricorrendo anche a persone esterne. Lui è così diverso da Renzi che alle comunali, invece di sostenere il candidato a sindaco del Pd, ha appoggiato quello che si è messo contro. Non solo: ascolta talmente tanto che, seppur ripetutamente invitato dal partito, non è venuto mai in campagna elettorale, ma si sa: Zingaretti va solo dai suoi amici e quando arriva per le gite con la sua corrente non si accorge neppure che torna ad inaugurare o ad annunciare sempre le stesse cose. Ma forse il presidente che ascolta Viterbo non sa che, oltre alle solite cose, tanto altro non è stato fatto.

Caro presidente, se è grave che Renzi non ascolta gli altri, è vergognoso che lei non ascolti nessuno se non la sua corrente. Cambi atteggiamento, altrimenti la sua candidatura a segretario del Pd non sarà solo un ritorno al passato, ma anche al pensiero unico e alla corrente unica, al centralismo democratico, altro che al pluralismo. E in questo modo è condannato a perdere e a far perdere il centrosinistra. Un consiglio: ascolti gli altri quando sceglie, non ascolti solo i suoi principali collaboratori ed i suoi capi bastone sul territorio, così facendo sbaglia e alla lunga prende decisioni che non fanno altro che offuscare la sua immagine.

Insomma presidente, sul tema dell’ascolto degli altri non dia più cattivi esempi perché così è inutile e ridicolo dare buoni consigli.

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