Va bene che i dati e le statistiche sono elastici come e anche più di certe pelli non colpite dal sole, ma nel caso dell’ultima classifica sugli atenei italiani diffusa dal Censis qualche organo di informazione on line quella pelle ha finito per tirarla un po’ troppo. Delle due l’una: o c’è disinformazione (e malafede) o c’è superficialità nel leggere i dati. I siti in questione hanno infatti titolato sull’ottima performance dell’Università della Tuscia nell’indagine annuale del Censis: nella top ten dei piccoli atenei. Il che per certi versi sembrerebbe vero. L’Unitus risulta infatti ottava.
Il problema è che quella non è la top ten, ma è la classifica totale. In Italia sono solo dieci gli atenei pubblici (non politecnici, che hanno una classifica propria) sotto la soglia dei diecimila iscritti. Quindi la notizia è che l’Università della Tuscia non è in vetta ma in coda, al terzultimo posto. Altro che ottima performance. L’Unitus può comunque consolarsi con gli ottimi voti riportati per quanto riguarda la laurea triennale in Agraria (quinta nella classifica generale), mentre la nota dolente viene da una delle ex facoltà simbolo dell’ateneo viterbese, quella di Lingue, che si piazza al quartultimo posto.