I dolori di nonno Arena hanno un nome e un cognome: Gianmaria Santucci, uno dei più vecchi politici presenti in Consiglio comunale. Anche stavolta ha messo in piedi la sua listarella fai da te, ma, non avendo potuto di nuovo candidarsi a sindaco, deve accontentarsi di rifare le cose che ha già fatto e rifatto.
Comprensibile la frustrazione: ne ha provate di tutte per diventare primo cittadino. Si è tenuto in equilibrio fino alla fine tra Panunzi e la destra, poi, fiutata l’aria che tirava, ha scelto. Ma oggi si ritrova prigioniero della morsa stretta dai suoi famelici amici, che, far eleggere lui, sono rimasti in passato troppe volte al palo. Come Barbieri ad esempio. Adesso essi scalpitano e se a Fondazione dovesse andare una poltrona sola, non è detto che accoglierebbe per forza il sedere di Gianmaria.
Ma Gianmaria, come fai, con un terzo dei voti delle altre forze politiche, a chiedere due assessorati? Follia, ci vuole una faccia proprio tosta… Capiamo i patti trasversali ed i mancati ponti regionali che volevi costruire, ma accontentati di ciò che ti aspetta, fai il capo, se lo sei, fai nominare Barbieri presidente del Consiglio o metti una donna in giunta. Ma dai, Gianmaria, è patetico comportarsi così: dopo aver detto ai quattro venti che bisogna pensare solo al bene dei viterbesi, instauri un braccio di ferro sulle poltrone? Dai, non puoi. I viterbesi, in ansia, attendono di sapere cosa farai, dove volterai le tua terga… e poi sono preoccupati per il povero camaleonte Insogna, qualora, dopo tutte le giravolte e i proclami, dovesse restare a casa. Ci sarà gente – questo lo sai, vero? – che passerà notti insonni insonne per mesi.
Da parte nostra, un consiglio a Giovanni Arena: siccome il buongiorno si vede dal mattino, tira dritto, fai la giunta, non seguire l’esempio di Michelini il sor tentenna. Tanto nessuno farà nulla. Nessuno farà cadere la giunta, men che mai il sognatore Santucci che il posto in Consiglio comunale, se non lo fai assessore, non lo mollerà di certo.