Immaginate un primo consiglio comunale al palazzetto dello sport con tutti e 500 candidati alle amministrative sugli spalti. L’idea è balenata alla mente del pentastellato Massimo Erbetti che ha già lanciato la proposta al sindaco Giovanni Arena.
“Finalmente abbiamo un nuovo sindaco e spero che dopo anni di immobilità politica Viterbo ritrovi la voglia e l’energia del fare – scrive il candidato del M5S -. Questa città ha bisogno di vitalità, ha bisogno di muoversi, ma ha soprattutto bisogno di partecipazione. Dobbiamo necessariamente riavvicinare alla politica tutti quei viterbesi che domenica scorsa hanno preferito disertare le urne. Non andando a votare hanno espresso una volontà ben precisa, hanno detto chiaramente a tutti noi, addetti ai lavori: non abbiamo fiducia in voi, non ci piacete, non ci rappresentate, i vostri programmi non sono attraenti, non siete in grado di far rinascere questa città. Prendiamone atto, alla maggioranza dei viterbesi non andiamo bene così come siamo”.
Di qui la proposta al nuovo sindaco perché indica “il primo consiglio comunale al palazzetto dello sport” invitando “formalmente tutti gli oltre 500 candidati alle amministrative”.
Erbetti rivolge lo stesso appello a tutti gli altri aspiranti sindaco: Paola Celletti, Claudio Taglia, Filippo Rossi, Luisa Ciambella, Chiara Frontini Francesco Serra, “affinché coinvolgano le liste che li hanno sostenuti, perché la voglia di partecipazione non si deve fermare alla sola possibilità di elezione. Se si ama una città, se si pensa di poter fare bene alla nostra Viterbo, la nostra partecipazione deve prescindere dall’essere eletti o meno, non diamo la possibilità agli elettori di dire: ecco fra poco ci sono le elezioni e sono tutti amici, tutti arrivano a chiedermi il voto facendo promesse che poi dimenticheranno subito dopo le votazioni. Facciamo in modo di dimostrare che quei 500 candidati c’erano prima del 10 giugno, ci sono ora e ci saranno per i prossimi cinque anni. Ridiamo fiducia a questa città – conclude Erbetti – dimostrando che fare politica non è occupare una poltrona, ma partecipare attivamente alla vita pubblica”.