Giovanni Arena è il nuovo sindaco di Viterbo, ma ha dovuto soffrire come non mai fino all’ultimo momento. Neanche 600 i voti che ha preso in più di Chiara Frontini, che, al di là del risultato numerico, porta a casa, politicamente, una vittoria personale non indifferente.
Si è fermato a quota 12mila il limite tra i due candidati: poco di più lui, poco di meno lei. 12mila voti sono un’inezia se messi a confronto con gli oltre 53mila potenziali elettori che esprime la città di Viterbo, ciò vuol dire che Arena – così come la Frontini se avesse vinto lei – è stato votato da poco meno di un quarto dell’elettorato. Ed è proprio questo il dato più significato del ballottaggio di ieri, caratterizzato da una tra le affluenze più basse di tutta Italia, quasi il 20% in meno rispetto a quindici giorni fa, il che significa che si è recato alle urne meno di un lettore su due. Un dato bruttissimo, che riflette alla perfezione gli umori che hanno pervaso tutta la campagna elettorale, durante la quale è stata chiara subito la distanza della città dalle proposte e dalle squadre presentate da tutte le formazioni politiche, oltre che dalle dinamiche sempre uguali a se stesse a dispetto della rivoluzione che sta vivendo il Paese a livello nazionale.
Ci sarà ovviamente tempo nei prossimi giorni per le analisi, ma è chiaro che il compito che aspetta Arena, di fronte a questa situazione, non sarà semplice. Dovrà essere ancora di più il sindaco di tutti, indipendentemente dai partiti che l’hanno sostenuto dovrà ricucire il tessuto sociale, perché solo così potrà recuperare fiducia presso l’opinione pubblica. Certo, conoscendo Viterbo, città di gruppi sempre l’uno contro l’altro, di fazioni sempre in guerra con se stesse e con il mondo, di guelfi e ghibellini, non sarà facile, ma d’altra parte la politica di oggi non più facile per nessuno, ad eccezione di chi – e ce ne sono – ha la fortuna di trovarsi al posto giusto al momento giusto senza aver bisogno di sporcarsi le mani.
Parliamo di Arena in questo ragionamento ovviamente perché, in quanto sindaco, rappresenta tutta la coalizione, ma in realtà le difficoltà che si sono palesate con il voto di ieri sono di tutto il centrodestra, che non è stato evidentemente in grado di porsi come alternativa credibile al centrosinistra di Michelini, che pure è stato fortemente bocciato dalla gente. Sarebbe sbagliato se qualcuno, come sicuramente accadrà, volesse far ricadere eventuali responsabilità solo sul candidato a sindaco.
Chiara Frontini, dal canto suo, partendo praticamente da zero, è stata protagonista di una grande impresa, quand’anche non le sia pienamente riuscita ad un passo dal traguardo. Ciò però, se ci si attiene sempre e solo ai numeri, non significa che politicamente la sua sia a tutti gli effetti una proposta pregnante. La sensazione è che la gente voleva cambiare e pur di farlo sarebbe scesa a patti con il diavolo. La ragazza è giovane, ha talento e può crescere ancora. Non è detto che tra qualche anno, pur cambiando magari le condizioni politiche, che non saranno magari favorevoli come in questo 2018, non possa arrivare là dove oggi non le è stato possibile solo per una manciata di voti.